Non è nostalgia, i neofascisti cercano spazio

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Qualcuno tenta di descrivere il tempo tra il 1919 e 111945 come un territorio neutro, lo spazio di “uno tra” i fenomeni politici della storia italiana; certo macchiato dalle Leggi Razziali e dalla guerra, ma per il resto foriero di ciclopiche bonifiche e di preveggenti innovazioni sociali.
Questa intenzionale riscrittura della storia, che cancella la natura violenta e liberticida del fascismo lungo tutto il suo corso, ha una motivazione contemporanea.
Non viene destinata al dibattito tra docenti, ma ad un progetto attuale: quello di una risposta parzialmente autoritaria alla crisi delle democrazie liberali.
Vengono omessi dai «ragionamenti» le leggi che cancellarono la libertà di stampa, l`abolizione delle libere elezioni, il divieto di riunirsi in partiti e associazioni, il tribunale speciale.
Per questo a noi antifascisti, oltre che il simbolismo triste delle adunate nostalgiche, più che l`insulto dell`omaggio ai torturatori della Muti, più che la cerimonia del “presente” come esorcismo di un passato che non c`è più, deve preoccupare la ricollocazione di queste giovani e meno giovani coscienze che celebrano i Fasci, entro una nuova visione sociale che tanto nuova non sembra.
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