Innovazione senza “politica”

Praticamente, sarebbe stato giusto e logico che passasse in tutte le Commissioni. Soprattutto, se non volevamo che rimanesse un bel documento tecnico, ma diventasse veramente una scelta politica e l’architrave dell’innovazione lombarda dei prossimi anni. La politica non può limitarsi a un passaggio formale: o decide di fare sul serio, o altrimenti parte sconfitta. Certo, il nostro voto non poteva che essere positivo, ma deve suonare come un impegno a far sì che questa proposta sia uno stimolo affinché tutte le nostre politiche siano indirizzate in un orizzonte di innovazione. In questo caso, invece, la Lombardia si è chiamata fuori, mentre deve recuperare un ruolo politico, sociale e culturale.
Dunque, questo documento dovrebbe essere inserito in un piano industriale lombardo di cui non vi è traccia, perché non si è visto ancora nulla su questo importante tema da parte della Giunta. Belli gli intenti, ma mancano completamente le priorità.
Inoltre, questo piano ha una pecca, cioè ci regala una foto dello stato di fatto dell’innovazione, ma non identifica linee di sviluppo importanti. E quindi come facciamo innovazione? Invece, vanno fatte scelte chiare, la Regione deve dare il suo contributo, il ruolo delle università va ben esplicitato e dobbiamo riuscire ad avere un vero protagonismo a livello europeo che finora è mancato.
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