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Voto di scambio, governo Renzi, elezioni

Scritto da Franco Mirabelli.

Senatore, lei giudica un successo del Governo questa legge sul voto di scambio?
Credo che sia un successo di tutte le forze che vogliono impegnarsi per contrastare la mafia e che in questi anni hanno costruito una legislazione antimafia efficace, di tutti quelli che si sono impegnati in questa legislatura affinché fosse punito il voto di scambio. Fino ad oggi era punito solo lo scambio di denaro in cambio di voti, mentre da adesso viene punito qualsiasi scambio di reciproco interesse tra mafioso e politico. Questo è un passo avanti importante, è quello che ci chiedevano Don Ciotti e tanti magistrati. È stato, quindi, ottenuto un risultato importante. Oggi la lotta alla mafia è più forte.
Ci può spiegare perché questa resistenza da parte del Movimento Cinque Stelle?
Il Movimento Cinque Stelle ha posto una questione che si poteva anche porre: cioè, si può ritenere che le pene previste per il voto di scambio, dopo il passaggio della norma alla Camera dei Deputati, siano troppo basse (da 4 a 10 anni). Tuttavia, non è vero ciò che dicono sul fatto che non si andrà in carcere perché comunque il voto di scambio sarà sempre associato ad altri reati: per il mafioso sarà il 416-bis (Associazione Mafiosa) e per il politico sarà un reato contro la Pubblica Amministrazione e questo impedirà che non vi sia l’arresto in flagranza di reati, garantirà lo scontare della pena in carcere e ci sarà l’impossibilità di continuare la vita politica attraverso l’interdizione dai pubblici uffici.
Credo che, invece che porre una questione di questo tipo, magari pensando anche un domani di cambiare il testo del provvedimento – che noi abbiamo voluto adesso perché ci serve averlo già in questa campagna elettorale – hanno preferito fare di questa questione un tema della loro campagna elettorale. Personalmente, ritengo che fare la campagna elettorale sulla mafia sia sbagliato e pericoloso.
Il governo Renzi è nato per fare le riforme e lo stesso premier annuncia che durerà fino a quando si potranno fare le riforme. Qual è la riforma più necessaria?
Credo che siano necessaria tutte, sia le riforme economiche sia quelle istituzionali. Noi dobbiamo ridare credibilità alle istituzioni e alla politica (che ha raggiunto livelli bassissimi di credibilità) e, per fare questo, la politica deve dimostrare di essere capace di cambiare se stessa. Penso che il pacchetto di riforme (elettorale, del Senato e del Titolo V della Costituzione ma anche quelle già fatte come quelle sulle province, sull’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti) serva e sia utile nella misura in cui restituisce credibilità alla politica e alle istituzioni. Altrimenti c’è solo il populismo e, conseguentemente, la crisi della democrazia.
Il 25 maggio è il limite per il primo passaggio per la riforma del Senato. Forza Italia pone questo paletto per l’inizio della discussione sulla legge elettorale. È proprio necessario?
Questo è il nostro timing. La legge sul Senato, al di là dei paletti posti dal Governo, prevederà una discussione e ci siamo dati l’obiettivo di votarla in prima lettura entro il 25 maggio. Ci vogliono 4 letture. Credo che sia coerente il fatto di rivedere la legge elettorale dopo aver fatto la riforma del Senato, sapendo che tipo di equilibrio istituzionale si definirà in questo Paese perché anch’essa conterà rispetto all’equilibrio che si dovrà creare, in cui ci sarà una sola Camera. Bisognerà vedere quanto si riuscirà a costruire un Senato forte, nonostante non sia elettivo, per dosare anche il maggioritario all’interno della legge elettorale.
Renzi, facendo la campagna elettorale per le europee, sembra che cerchi di prendere un po’ di voti anche al Movimento Cinque Stelle.
Secondo lei, sono voti di sinistra che ritornerebbero a sinistra?
Non sto su queste categorie. Penso che nel Paese c’è stata una grande domanda di cambiamento che il Movimento Cinque Stelle ha interpretato alle scorse elezioni. Oggi, è evidente che se si avvia una stagione in cui la politica riesce a fare le riforme davvero, molti che hanno votato il Movimento Cinque Stelle per dare un segnale di protesta possono anche ritrovare fiducia nelle forze che si rendono protagoniste delle riforme. In questo senso, penso che, non per la campagna elettorale, ma per la necessità di ridare a questo Paese una forza alla politica le riforme servono e, in una politica più forte, i Cinque Stelle non si possono trovare.
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