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Informazione in… salute

Scritto da Emilia De Biasi.

Emilia De BiasiArticolo pubblicato da RollingStone.
Le tecnologie si sa hanno cambiato la vita di tutti noi, ma si apprestano a rivoluzionare anche il modo di fare salute. Prendiamo il caso del fascicolo sanitario elettronico, che si appresta a essere introdotto nel Servizio Sanitario Nazionale. Finalmente ognuno di noi potrà avere la sua vita sanitaria a portata di mano: non avremo più bisogno di conservare esami, radiografie, referti, perché tutto sarà digitalizzato in un unico luogo, facilmente consultabile.
È una buona notizia e speriamo che non sia all’italiana, speriamo cioè che chi deve redarre il fascicolo sia formato adeguatamente, e che vi sia interoperabilità fra i sistemi informatici delle regioni e dello Stato. Finalmente avremo trasparenza anche nella nostra salute, e forse sarà più semplice prevenire le malattie, invece che curarle.
Ed è proprio la prevenzione che manca in Italia, ma per prevenire bisogna prima di tutto informare. Già, l’informazione è centrale anche nella salute, ed è un diritto.
Quante malattie si potrebbero evitare se le persone fossero correttamente informate sui rischi legati a come si vive! Per questo sono importanti i media, le televisioni, i giornali, le radio, la rete.
E sono importanti i giornalisti, più di quel che pensiamo, perché dalla loro professionalità dipende la correttezza di una notizia, di un dato, di una statistica. Quando possono parlare o scrivere, s’intende, perché poi dobbiamo considerare che giornali, televisioni, radio, siti hanno dei proprietari che a loro volta decidono.
Un bel libro di tanti anni fa era intitolato Il padrone in redazione, espressione che significa, fra l’altro, che non sempre l’informazione è libera.
Il “caso Stamina” è un esempio, ma non è il solo. Abbiamo tutti bisogno di luoghi in cui scrivere, confrontarci, commentare, sapere, fuori dagli specialismi, dall’autoreferenzialità. Luoghi di tutti, che parlino di tutto e magari con ritmo rock.
Se no il rischio è di consegnarci al conformismo delle mode, al giornalismo del gossip, ai desiderata di chi detiene il potere della proprietà. Il diritto alla salute, l’unico che la nostra Costituzione definisce come fondamentale, ha bisogno di luoghi di libertà di cui l’ignaro cittadino possa fidarsi.
Il diritto all’informazione ha bisogno di luoghi e professionisti capaci, a loro volta portatori dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici. C’è l’informazione sulla salute, ma c’è anche la salute dell’informazione da preservare. Non dimentichiamolo mai, e soprattutto nei momenti difficili.
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