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Ius Soli per non avere cittadini di serie B

Scritto da Franco Mirabelli.

Franco Mirabelli
Intervento in Tv a 7 Gold.

La Lega insiste a mischiare le questioni di immigrazione, accoglienza, profughi, terrorismo con la legge sullo Ius Soli in discussione in Parlamento ma si tratta di cose che non c’entrano nulla.
Se qualche ragazzo nato e cresciuto in Italia da genitori stranieri avrà visto le scene della gazzarra organizzata dalla Lega in Senato dalla televisione avrà sicuramente pensato di trovarsi davanti a soggetti che non lo vogliono certo accogliere ma anzi lo vogliono discriminare e ghettizzare. Questo è proprio ciò che va evitato.
È necessario, infatti, che si creino diritti e doveri anche per quelle persone nate in Italia da genitori stranieri ma muniti di permesso di soggiorno e che si sono stabiliti qui da almeno 5 anni e, quindi, è giusto dar loro la cittadinanza. Questo è lo Ius Soli temperato previsto dalla legge in discussione in Parlamento. Non è vero che prevede che chi arriva qui con il barcone e fa nascere qui il suo bambino automaticamente il figlio diventa italiano.
Non è neanche una legge per concedere agli stranieri qualcosa in più rispetto agli italiani, ma semplicemente si rendono cittadini italiani anche altri che di fatto già sono nati qui, vivono qui e studiano qui.
Lo Ius Soli, infatti, riguarda bambini e ragazzi che vanno a scuola con i nostri figli e che non devono essere cittadini di serie B. Si parla di bambini nati e cresciuti in Italia, che studiano nelle scuole italiane e che conoscono l’italiano come lingua.
Adesso per questi ragazzi è un problema se vogliono fare un viaggio all’estero o se vogliono iscriversi all’Erasmus. Non riconoscere questo Ius Soli significa consentire che nelle nostre scuole ci siano cittadini di serie A e di serie B.

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