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L'Italia sia l'avvocato dell'integrazione dell'Albania nell'UE

Scritto da Matteo Cazzulani.

Matteo Cazzulani La Commissione Europea avvia le procedure per l'ingresso di Tirana nell'Unione Europea. Il Governo Letta deve sfruttare la situazione per realizzare una nuova politica estera italiana.
L'Italia deve stare all'Albania come la Polonia sta all'Ucraina. Nella Giornata di venerdì, 17 Ottobre, la Commissione Europea ha comunicato l'intenzione di avviare le procedure per l'ingresso dell'Albania nell'UE.
Come riportato dal Commissario UE all'Integrazione e all'Allargamento, Stefan Fule, che oltre all'Albania ha incluso Macedonia e Serbia tra gli Stati candidati all'ingresso nell'UE, i principi per entrare nell'Unione sono il rispetto della Democrazia e dei Diritti Umani, il buon vicinato con i Paesi confinanti, il mantenimento di un'economia di mercato libera.
L'apertura all'Albania è stata accolta con favore dal Capogruppo dei Socialisti e Democratici, Hannes Swoboda, che ha sottolineato come il richiamo al rispetto dei valori democratici sia fondamentale per la selezione dei Paesi a cui si da la possibilità di entrare nell'UE.
Marije Cornelissen, del Gruppo dei Verdi al Parlamento Europeo, ha evidenziato come sia necessario monitorare le riforme che il Governo albanese è chiamato a realizzare per rispettare gli standard posti dalla Commissione Europea per l'ingresso dell'Albania.
Di recente, il Governo albanese è passato ad una coalizione di sinistra capeggiata dal Premier Edi Rama, composta dal Partito Socialista e dal Movimento Socialista per l'Integrazione, che ha mantenuto come priorità di politica estera l'integrazione nella NATO e nell'UE promossa dal precedente esecutivo di Sali Berisha, capo del moderato Partito Democratico.
Per realizzare gli obiettivi posti dall'UE, il Governo albanese ha avviato una riforma della giustizia, dopo che il precedente Esecutivo ha già riformato il regolamento del Parlamemto e il Servizio Civile.
L'apertura della Commissione Europea all'Albania rappresenta un'opportunità per l'Italia che, per diverse ragioni, deve ora porsi a livello internazionale come l'avvocato dell'ingresso di Tirana nell'Unione.

Energia, Immigrazione e Diplomazia regionale
In primis, l'Albania rappresenta per l'Italia un importante partner energetico di cui il BelPaese ha bisogno per assicurarsi le forniture di gas dall'Azerbaijan. L'Albania è infatti, assieme all'Italia ed alla Grecia, partner del Gasdotto Trans Adriatico -TAP: infrastruttura, progettata per veicolare 10 Miliardi di oro blu azero all'anno, che consente al BelPaese di diversificare le forniture di gas dal monopolio di Russia ed Algeria, con conseguente decremento del costo dell'energia per industrie e privati.
L'Albania rappresenta inoltre un partner naturale dell'Italia, sopratutto considerata la forte immigrazione albanese che, malgrado alcuni rari casi di criminalità, ha contribuito all'arricchimento sociale e culturale del BelPaese. Supportare l'integrazione dell'Albania in Europa significa stabilire fin da subito flussi migratori privilegiati che consentano a giovani albanesi di buona volontà di recarsi in Italia per ringiovanire una popolazione sempre più anziana.
Infine, l'Albania è un partner storico dell'Italia che permette al BelPaese di ritrovare finalmente una propria politica estera saggia e responsabile. Senza negare il suo passato coloniale -una parentesi di cui occorre tuttavia provare vergogna- l'Italia deve instaurare relazioni privilegiate con i Paesi del Mondo che parlano italiano, dove già operano centri di cultura italiana, e dove la popolazione locale considera il nostro Paese la loro madrepatria.
Questa prospettiva deve portare l'Italia considerare come prioritarie nella sua politica estera non più Medio-Oriente, Marocco, Tunisia, Russia e Cina, ma, prendendo atto della realtà geografica e storica, avviare rapporti privilegiati con Albania, Libia, Eritrea, e con le altre nazioni dove è presente una forte emigrazione italiana, come Stati Uniti d'America, Australia, Brasile ed Argentina.
Aprire flussi privilegiati con alcuni Paesi, come l'Eritrea, è poi una mossa strategica per evitare l'emigrazione della popolazione eritrea in Italia in condizioni precarie e disumane, come è stato dimostrato, ad esempio, dalla strage di Lampedusa, dove la maggior parte delle vittime era proveniente da Asmara.

Prendere esempio dei polacchi
L'esempio che il Governo di Enrico Letta dovrebbe prendere per supportare l'ingresso dell'Albania in Unione Europea è quello della Polonia, che, una volta ottenuta la membership UE, ha sempre sostenuto con forza l'allargamento dell'Europa all'Ucraina.
Per la Polonia, l'Ucraina è non solo un importante partner commerciale, ma anche e sopratutto un importante attore geopolitico, il cui ingresso nell'UE permette all'Europa di mantenere la propria integrità, senza permettere alla Russia di ricostituire un'impero nello spazio ex-URSS destinato a soppiantare l'Europa unita su scala mondiale e regionale.
Inoltre, per la Polonia il supporto alle aspirazioni europee dell'Ucraina ho portato all'ottenimento di un prestigio internazionale, sopratutto in sede UE: che proprio al Governo polacco ha affidato il coordinamento del Partenariato Orientale dell'Unione.
Per l'Italia, l'Albania deve essere in primo luogo il volano per permettere da un lato la diversificazione delle forniture di gas per l'UE.
Dall'altro, l'Albania rappresenta per l'Italia l'opportunità per promuovere l'allargamento dell'Europa, e con esso lo sviluppo della Democrazia e dei Diritti Umani, nei Balcani ed in alcuni altri Paesi del Mondo.
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