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Passi avanti con la nuova legge sulla Protezione Civile

Scritto da Franco Mirabelli.

Franco Mirabelli
Intervento al Senato sul riordino della Protezione Civile (video).

Con l’approvazione del Disegno di Legge Delega al Governo per il riordino delle norme sul sistema nazionale di Protezione Civile, giungiamo al termine di un dibattito importante.
Le calamità naturali che hanno colpito il Centro Italia in questi mesi e l'emergenza che tutto il Paese sta vivendo di fronte a questa tragedia, infatti, hanno reso evidenti le ragioni per cui si è resa necessaria questa legge e la sua rapida approvazione in Parlamento.
Dobbiamo avere chiaro, comunque, che la Protezione Civile ha saputo fronteggiare l'emergenza di questo periodo. Quella che si è verificata è stata una situazione pesantissima sia per l'entità dei danni prodotti dal terremoto e dal maltempo, sia per la durata dello sciame sismico e la ripetizione a distanza di poche settimane di scosse devastanti.
Eppure, ha funzionato la filiera di rapporto tra Stato, Regioni e Comuni; ha funzionato il rapporto tra le istituzioni, i Corpi dello Stato, i volontari organizzati e i cittadini volontari nell’affrontare la prima emergenza.

Oggi, con la Legge Delega approvata dal Parlamento, si vuole provare a porre l'obiettivo di migliorare e di velocizzare gli interventi e di potenziare, quindi, il funzionamento complessivo dell’azione della Protezione Civile.
Come è emerso in maniera evidente dalle vicende negli ultimi giorni, infatti, servivano norme utili a velocizzare gli interventi per la sistemazione e la ricostruzione delle reti ma anche per accorciare la catena di comando e delle responsabilità per consentire interventi più rapidi.
Le norme contenute nel Disegno di Legge approvato vanno proprio in questa direzione, chiarendo meglio competenze e responsabilità; mettendo in campo fondi per le emergenza nazionali e snellendo e potenziando l'attività di coordinamento da parte del dipartimento della Protezione Civile.
È, quindi, un provvedimento che guarda al futuro, facendo tesoro delle esperienze positive, ma anche dei limiti che siamo stati costretti a vivere in questi anni.

Noi viviamo in un Paese bello ma fragile, soggetto a calamità naturali, che soffre anche le conseguenze del dissesto idrogeologico, legato ai mancati interventi o a un'urbanizzazione sconsiderata e legato anche alle conseguenze dell'abusivismo. Questo sta all'origine di troppi disastri ambientali.
Non si può, però, dimenticare che in questa legislatura ci si è posti il problema ed è di questa maggioranza la promozione della struttura di missione Italia Sicura, che è intervenuta sul dissesto idrogeologico e che ha consentito, con fondi consistenti, di intervenire a Milano rispetto all'esondazione del Seveso e a Genova per evitare ulteriori disastri provocati dalle alluvioni.
Quella struttura di missione ha già prodotto risultati. Una parte importante di quei soldi è già stata spesa; i fondi si sono già tradotti in opere e iniziative.
Non dimentichiamo neanche il valore che può avere e avrà l'unità di missione Casa Italia. Si tratta di investire sulla messa in sicurezza delle nostre abitazioni anche di fronte ai rischi del terremoto.
Anche su questo fronte, comunque, abbiamo dato incentivi forti per prevenire e per mettere le nostre case in sicurezza. Nell'ultima Legge di Bilancio abbiamo alzato la percentuale del bonus per le ristrutturazioni, per chi mette le proprie case in sicurezza rispetto alle norme urbanistiche. Il bonus che arriva fino all'80 per cento ha questo senso: serve per aiutare i cittadini e a dare loro la possibilità di mettere in sicurezza le proprie abitazioni. Il tema della prevenzione, dunque, ce l'abbiamo chiaro ed è una responsabilità che ci siamo assunti.

Il tema della prevenzione deve attraversare, però, anche gran parte delle politiche territoriali. Serve difendere il suolo, ridurre l'urbanizzazione, non consumare più suolo. Serve manutenere e mettere in sicurezza i fiumi e i corsi d'acqua e serve monitorare costantemente tutte le aree a rischio (come dice il provvedimento approvato).
La prevenzione, infatti, non può più essere un tema di cui discutiamo solo dopo gli eventi luttuosi e di cui poi ci dimentichiamo, senza fare niente, ma deve essere un impegno costante nel nostro intervento sul territorio del Paese, mirando e definendo obiettivi precisi, che vadano in questa direzione.

In questo contesto si colloca il provvedimento riguardante la Protezione Civile.
La legge delega si pone, tra gli altri, alcuni obiettivi per me qualificanti.
In primo luogo, si riordina il quadro normativo in cui opera la Protezione Civile, si semplificano le procedure e si interviene per rendere coerenti tra loro gli strumenti nazionali e regionali.
Il sistema, che vive della positiva integrazione tra Stato, Regioni ed Enti Locali ha bisogno di procedure più chiare e di chiarezza su ruoli, competenze e responsabilità. Occorre rafforzare, in questo contesto, l'attività di prevenzione dei rischi da calamità naturali. E su questo punto mi pare che il progetto di legge rappresenti un grande passo in avanti.
In secondo luogo, in questo Disegno di Legge, c'è una grande attenzione al volontariato.
Noi dobbiamo essere riconoscenti ai tanti volontari, organizzati e non, che hanno dato, anche in occasione di questo terremoto e di queste calamità naturali, un contributo straordinario.
Le nuove norme sono volte ad integrare la partecipazione dei cittadini, singoli o in associazione, all'attività della Protezione Civile. Si tratta, quindi, di promuovere il volontariato e diffondere la cultura della Protezione Civile. Sono obiettivi che non vanno persi e che non sono secondari in questa proposta di legge.
In terzo luogo, vengono definiti per la Protezione Civile fondi nazionali, regionali e contro le calamità naturali.

Serve, dunque, questa legge.
Serve per dare un riconoscimento alla Protezione Civile, per darle certezze e trasparenza su fondi, ruoli, responsabilità e funzioni a chi opera.
Ciò è evidente dalla storia di queste settimane. Era necessario agire per velocizzare i processi e, di fronte ai ritardi, bisogna che sia chiaro cosa deve fare ognuno.
Per questo, va garantito che chi si assume le responsabilità lo possa fare con tranquillità, in un quadro chiaro che tutela tutti, in particolare i cittadini, che vogliono essere al centro dell'attenzione della Protezione Civile e - nel momento dell’emergenza - non potrebbero sopportare un utilizzo illegale o che sposta altrove risorse e impegno. Ma serve anche una tutela per chi assumere le decisioni, che deve poterlo fare con regole certe e tranquillamente.
A questo serve il nuovo testo di legge e, nel decreto che il Governo prevede di emanare, si intende presentare una proposta, studiata con l'Autorità Nazionale Anti-Corruzione, proprio per dare tranquillità agli operatori e dare tranquillità a chi si assume le responsabilità. Tutto ciò - è l'esperienza che ce lo dice - può consentire anche la velocizzazione dei processi.

Voglio concludere ringraziando i corpi dello Stato e ringraziando i volontari, che nell'emergenza anche questa volta hanno dato una grande prova, come ogni volta che sono chiamati in causa, e rappresentano al meglio lo Stato e le istituzioni di questo Paese.
Di questo dovremmo essere tutti orgogliosi, per come le istituzioni e lo Stato hanno reagito e per come hanno garantito assistenza e aiuto alle popolazioni martoriate.
Questa legge serve a continuare a farlo, con risultati anche migliori di quelli conseguiti finora.

Video dell'intervento»»

Per seguire l'attività del senatore Franco Mirabelli: sito web - pagina facebook

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