Stampa

La vita nelle carceri e gli orfani di Berlusconi

Scritto da Franco Mirabelli.

Franco Mirabelli Il messaggio alle Camere rivolto dal Presidente Napolitano parlava dei deboli, degli ultimi, di chi soffre tutti i giorni una condizione carceraria inaccettabile, non certo di Berlusconi. Parla di quelli che non possono permettersi un avvocato, che hanno commesso reati non gravi ma non avendo difesa fanno mesi o anni in carcere, spesso in attesa di giudizio. Parla di persone che in carcere trovano solo violenza, la sovrappopolazione che li costringe a stare in celle piccole in tanti ed in condizioni igieniche inaccettabili, e la disperazione che trasforma il carcere in un generatore di criminalità e non certo di riabilitazione. Parla di uno Stato che non può più accettare di violare quelli che sono diritti inalienabili anche per chi ha commesso reati.
Di fronte all'accorato appello del Presidente, al suo richiamo, al valore morale del messaggio, ridurre tutto ad una strumentale polemica politica significa ignorare colpevolmente la condizione drammatica dei reclusi nel nostro Paese. Riportare anche una questione così grave che riguarda migliaia di persone a Berlusconi dimostra che una parte della politica di questo Paese non riesce a guardare ai problemi reali delle persone, che considera le istituzioni un campo di battaglia in cui ci si divide tra chi è con e chi è contro Berlusconi e non sulle proposte per affrontare i problemi dei cittadini.
Berlusconi mercoledì scorso ha concluso un ciclo politico e tra pochi giorni sarà fuori dal Parlamento, mi auguro che chi, a partire dai cittadini di Cinque Stelle, ha vissuto dell'antagonismo ideologico contro Berlusconi, non resti orfano e si dedichi ai problemi del Paese in maniera costruttiva e propositiva. In questa occasione sono loro, i grillini, ad aver dimostrato una distanza siderale da una vicenda reale drammatica, dalla vita quotidiana di tante persone che soffrono.

Segnaliamo anche il video con il commento alla tragica vicenda di Lampedusa>>
Pin It