Ci lasciano soli a difendere la stabilità del Paese
Intervista a Dario Franceschini di Carlo Bertini - La Stampa
L'accusa è di quelle pesanti ed è rivolta a quelli che «ci hanno lasciato jsoli a difendere la stabilità, come se gli unici interessati delle sorti di questo governo fossero quelli che ve ne fanno parte».
Con una chiosa sul "dopo" di cui tanto si discute: «Renzi e Letta devono collaborare da subito, lavorando insieme anche dopo le primarie nei ruoli di segretario e premier». Ma oggi il paletto che pianta a terra Dario Franceschini è molto più stringente: «Bisogna finirla con le minacce inutili. La priorità è il rispetto degli impegni europei e la verifica politica sarà nei fatti, tra chi intende rimboccarsi le maniche tenendo conto dei vincoli e chi no».
Avete convinto Saccomanni a ritirare le dimissioni. E come?
«Mi sembra che abbia solo fatto capire uno stato d`animo più che comprensibile, perché un ministro tecnico che ha messo in campo la sua credibilità personale coi partner europei soffre a vedere la distanza tra le richieste politiche e la durezza dei numeri».
Non siete in grado di mettere a freno le pretese di partiti che sembra non vedano l`ora di divorziare e andare a votare. O no?
«Il Pdl fa le sue richieste come legittimo, ma altra cosa è dire tutti i giorni, "o fate così o cade il governo". Anche il Pd fa le sue critiche ma non solleva mai minacce. Ma ora basta, perché sembra che il problema della vita del governo sia di chi ne fa parte ed è una cosa offensiva. Dunque ora c`è bisogno di fatti: ci sono scadenze, come la scelta sull`Iva e il rifinanziamento delle missioni all`estero, il 30 settembre, due nodi da sciogliere entro questa settimana. Il rientro al 3% del deficit è un impegno del governo nella sua collegialità, irrinunciabile. La priorità è quella e poi faremo tutti gli interventi nel 2013 compatibili con questo obiettivo».
E i partiti come si devono adeguare?
«Accompagnando questo percorso. Con la legge di stabilità si possono fare scelte coraggiose, incisive e dolorose sul tema della spesa pubblica. Non si scappa: per stare nei parametri europei o si aumenta la pressione fiscale o si taglia, sapendo che saran dolori. E il chiarimento tra chi sta al governo e chi lo sostiene non è a parole, ma a fatti».
Vivete tra l`incudine e il martello: rischio di procedura d`infrazione per sforamento del deficit e partiti lanciati verso le urne. Con il voto si rischia il commissariamento dell`Europa?
«Sicuramente un paese che sta uscendo dalla crisi, vicino alla fine del tunnel, che faccia scelte più coraggiose, produce un`impressione positiva e degli effetti conseguenti. Se invece cadesse il governo, con la stessa legge elettorale che produce instabilità, sarebbe facilmente immaginabile cosa succederebbe dopo alcuni mesi di campagna elettorale e di instabilità. Tutti si prendano le loro responsabilità e la smettano con quest`accusa offensiva: non ci interessa stare su queste poltrone ustionanti, da cui si esce solo con cicatrici e non con delle medaglie».
Pensate che nella sua nuova stagione la Merkel ci aiuterà?
«Un governo di larga coalizione con la Merkel potrebbe avere il coraggio di aprire una nuova stagione europeista, cedendo sempre di più sovranità ad un livello più alto. E spero che da lì venga un forte impulso ad un Europa che capisca come nel momento di massima crisi non si possa pretendere il massimo rigore».
Certo il Pd non aiuta il cammino ad ostacoli del suo premier. L`assemblea su regole e data, aldilà dello spettacolo pietoso, ha elevato il livello di fibrillezione" creando pure un clima di sospetti verso Letta, accusato di voler far saltare il congresso.
«Tutte sciocchezze. In una situazione così difficile, l`unico punto fermo di stabilità è stato in questi mesi il Pd. Io credo sia possibile gestire una fase congressuale in modo veloce e virtuoso o di renderlo un percorso autolesionista, che dà instabilità non solo al Pd ma al paese. E bisogna spazzar via questi sospetti di tradimenti continui. Abbiamo scelto le primarie aperte a tutti per eleggere il segretario? Quando avevo proposto di farlo eleggere solo dagli aderenti al Pd sono stato aggredito. Ma le primarie sono per loro natura competitive e siccome nel marasma generale si è visto che tra Cuperlo e Renzi c`è un buon rapporto, almeno spero che su questo equilibrio si eviti di far saltare il banco. Quindi resteranno la data e le regole votate in assemblea e per armonizzarle con lo statuto in vigore ci vogliono dieci minuti, non raccontiamoci balle».
Lei era convinto che tra Renzi e Letta potesse nascere una virtuosa convivenza. È ancora di questa idea dopb aver sentito le critiche del sindaco al premier?
«Renzi ha tutti i riflettori puntati addosso, ogni sua parola viene amplificata anche contro le sue intenzioni e questo di certo lo spingerà a maggior prudenza. Abbiamo due personalità forti: uno fa il premier e l`altro si candida segretario. Il male nel nostro campo è stato il protagonismo e lotte per la leadership, ma io dico che la politica non è uno sport individuale, bensì di squadra. Loro due possono lavorare insieme ora, con la volontà di sostenere il governo; e quando sarà il momento di andare a vincere, collaborare con l`obiettivo di lavorare insieme per molti anni a venire. Che non vuol dire pensarla nello stesso modo. Se è vero che siamo in una situazione difficilissima e con un sistema bloccato da questa legge elettorale, il prerequisito della salvezza del paese è un Pd che gestisca la fase congressuale stando unito».