Stampa

Più che la Riforma si usa il referendum contro Renzi

Scritto da Stefano Facchi.

Stefano FacchiIl Presidente del Consiglio di uno dei dieci paesi più importanti del mondo (per dire, con tutto il rispetto, che non è come se fossimo, che ne so, nel Burkina Faso) dice che la riforma della costituzione è un elemento fondante della propria azione di governo (non sta quindi personalizzando, ma sta definendo il valore politico di una scelta) e che se verrà bocciata dagli elettori il suo lavoro si chiude. Cosa significa scrivere che tanto, anche se vince il no, lui non si schioda? Personalmente ritengo che farebbe bene a non schiodarsi ma, fino a prova contraria, Renzi è stato chiarissimo su questo. E con lui anche Maria Elena Boschi. E' bastato questo per far partire lancia in resta tutti i nemici del governo. Ha ragione cihi scerive che della riforma della costituzione non frega niente a nessuno.
Al punto che personaggi come Brunetta o Berlusconi, che quella legge l'hanno votata alla Camera, sono saliti sulla diligenza del no. Tutti uniti per mandare a casa il fiorentino. Ma c'è un ma: per riuscirci bisogna che vincano i no, cosa questa difficile assai. E allora tanto vale partire con la tiritera: tanto non si dimette lo stesso. La calunnia è un veleno che si trova gratuitamente e quindi addosso...che l'obbiettivo è grosso. E' un modo per aggiustarsela e (scusate il linguaggio oxfordiano) pararsi il culo: se vince il no è fatta la rivoluzione con destra e sinistra uniti nella lotta. Se vince il si si va sul veleno: tanto Renzi è un bugiardo e non si sarebbe mai dimesso. Ma chiunque conosca anche solo qualche sillaba della politica sa benissimo che se dovesse vincere il no e Renzi aspettasse più di cinque minuti a dimettersi, sarebbe il finimondo e, volente o nolente, non avrebbe scampo.
Pin It