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Fiero di Expo

Scritto da Giuseppe Sala.

Giuseppe SalaIntervista di Oriana Liso a Beppe Sala pubblicata da Repubblica (file PDF)»
Al Giambellino sono volati insulti e parole grosse: da una parte il candidato sindaco del centrosinistra Beppe Sala, dall'altra alcuni contestatori No Expo. Ma Sala non è pentito di aver risposto a tono: «Non ho paura di quattro contestatori: se mi attaccano per partito preso, non certo per dialogare, reagisco». Al centro degli attacchi il bilancio Expo, con i conti ancora da presentare. Lui, Sala, assicura di essere «il primo ad augurarmi che escano a breve, ma se i liquidatori dicono già che i conti sono meglio del previsto, vuol dire che c'è chi non vuol capire».
Per il candidato, in tour in 40 quartieri, c'è anche un altro nervo scoperto. Il centrodestra lo attacca sulla casa in Svizzera non dichiarata nell'autocertificazione da commissario Expo, lui rilancia: «Nel mio 730 è dichiarata: io non ho nulla da nascondere, invito tutti gli altri candidati a pubblicare con me la loro dichiarazione dei redditi». Oggi per Sala sarà una prima volta: in corteo e in piazza, per il 25 Aprile. «È il posto più giusto dove essere oggi». E se i centri sociali dovessero contestarlo? «Tra loro ci sono differenze: con alcuni si può dialogare nel rispetto della legalità, con altri no. Non ho l'ansia di prendere voti tra loro».
La prima risposta è quella che un milanese definirebbe "da ganassa".
«Io non ho paura, non mi faccio certo destabilizzare da quattro contestatori». Ma subito dopo il candidato ammorbidisce la reazione: «So che un po' devo cambiare, ma io sono fatto anche così: se mi attaccano per partito preso, non certo per dialogare, reagisco».
Beppe Sala, sabato ha avuto la sua prima contestazione da candidato sindaco, al Giambellino: durante Expo le era mai accaduto?
«Forse una sola volta. Ma il mio problema non è l'essere contestato: è che ho deciso di girare quartiere per quartiere per incontrare i cittadini e capire con loro i problemi da affrontare. Nessun candidato ha mai realizzato un viaggio per la città con proposte specifiche per 40 quartieri. Noi cerchiamo un confronto anche acceso, se serve, ma costruttivo».
Un candidato sindaco non dovrebbe avere più autocontrollo?
«So che non bisogna eccedere, ma non mi tiro indietro quando mi attaccano strumentalmente. Ero lì per incontrare i cittadini del Giambellino: visto che con loro non è stato possibile parlare, ci tornerò senza farlo sapere prima».
Non vuol dire scappare dal confronto?
«Al contrario: vuol dire che cerco il confronto, ma con chi vuole dialogare, non con chi sa solo ripetere come un disco rotto che Expo è stata un fallimento ».
Expo è un nervo scoperto, per lei.
«Per me Expo è e resterà un onore, sono fiero di quello che abbiamo fatto. I miei avversari, a partire da Stefano Parisi, invece di riconoscere i benefici che ha portato a Milano, criticano Expo. E poi, smettiamola di parlare di me. Expo è stata una grande occasione per Milano, come ha riconosciuto anche Carluccio Sangalli, che è un po' difficile dipingere come un uomo di sinistra». È un fatto, però, che il bilancio ancora non ci sia.
«E sono il primo ad augurarmi che i conti vengano presentati a breve. Ma se anche il presidente del collegio dei liquidatori anticipa che i conti sono anche migliori del previsto, vuol dire che c'è chi non vuole capire».
Forse nei quartieri popolari non interessa il beneficio di immagine di Expo: vogliono case e lavoro. «Più vado avanti e più mi rendo conto che il segno forte che vorrei lasciare, se eletto, è sulla trasformazione delle periferie. Ma sono uomo concreto, so che servono le risorse: e quelle si trovano lavorando anche sull'attrattività di Milano. Non è mai accaduto che in questo periodo dell'anno ci fossero tanti turisti: vogliamo negare che in questo c'entri Expo?».
Un altro nervo scoperto: la casa in Svizzera che non ha dichiarato nel decreto trasparenza.
«Ma è regolarmente nella mia dichiarazione dei redditi, le tasse le ho pagate tutte. Io non ho nulla da nascondere e faccio un appello agli altri candidati: pubblichiamo tutti la nostra dichiarazione dei redditi».
Oggi avrà un'altra prima volta: in piazza per il 25 Aprile. Ci saranno i centri sociali: come si comporterebbe con loro, da sindaco?
«Ci sono differenze tra i centri sociali: con alcuni si può dialogare e con altri no. Ma il mio punto di partenza resta sempre il rispetto della legalità. Non ho certo l'ansia di prendere voti tra loro, ma non mi negherò a chi vuole confrontarsi rispettando la libertà altrui».
Non teme che possa essere vista come una mossa elettorale?
«Se dovessi fermarmi ogni volta a pensare come gli altri possano interpretare un mio gesto, dovrei stare solo fermo. La verità è che sto facendo, in questo periodo, un percorso di riflessione profondo sui valori della Resistenza, su come questa città ha lottato per la libertà e la democrazia. Sono una persona concreta, ma mi sto trovando molto a mio agio in questa dimensione di una memoria che è la base solida del nostro futuro».
Sarà in piazza con altri candidati: teme contestazioni?
«Potranno anche esserci. E non sarebbe la prima volta. Ma io credo che nel mio ruolo, la piazza sia il posto più giusto dove essere oggi».

Per seguire Beppe Sala: sito web - Twitter @NoiMilano2016
Instagram NoiMilano2016 - Instagram BeppeSala

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