Istituzioni Ignoranti?
Articolo pubblicato su RollingStone.
Perché? Com’è possibile che un Vicepresidente del Senato, cioè il vice della seconda carica dello Stato si riduca a fare le peggio considerazioni razziste? L’affaire Calderoli ha aperto una settimana che si prospetta calda, e non parlo di clima atmosferico.
Dicono che si sia scusato con la Ministra Kienge, e che ciò basti, ma a me pare che la pezza sia peggiore del buco, visto che in un’intervista a Repubblica il suddetto dichiara con candore che è sua abitudine associare un animale a un politico e che dunque la Kienge gli ricorda un orango. Complimenti vivissimi, questo sí che è stile… Del resto cosa ci si può aspettare dall’autore della famigerata legge elettorale attuale, che egli stesso ha definito una legge porcata? Per analogia l’associazione con il maiale viene spontanea. Pover porcell, nel senso del maiale, cantava Jannacci. Ho firmato la mozione che chiede le dimissioni di Calderoli da vicepresidente del Senato, è il minimo.
E mentre si attende il fatidico berlusconiano 30 luglio si fanno scenari sul futuro del governo discopodiservizio, che è inciampato nell’espulsione della moglie del dissidente kazaco, avvenuta all’insaputa dei ministri competenti. Di nuovo… all’insaputa? Ma è possibile che ogni volta che uno diviene Ministro gli fanno cose terribili alle spalle? Certo, in questo caso non si tratta dell’acquisto di un mega appartamento, ma l’imbarazzo resta, come l’esigenza della verità.
Mentre scrivo è in corso il voto sulle mozioni che riguardano gli F35.
È stata approvata la mozione (votata anche da me), che impegna il governo a “non procedere a nessuna fase di ulteriore acquisizione senza che il Parlamento si sia espresso nel merito”. Ciò significa che ora si apre la fase delle scelte sulla difesa comune europea, sui sistemi d’arma nazionali, sulle compatibilità fra risparmio, esigenze strategiche di difesa, politiche industriali. Ora, cioè, si deve fare sul serio e scegliere.
Finiamo con cronache mondane. La settimana scorsa sono stata alla famosa cena con Squinzi. Serata sobria, terrazza con vista mozzafiato su Roma – e del resto son padroni, no? – discussione fin troppo animata, su ciò che ci divide più che su ciò che ci unisce. Il fatto positivo era la composizione dei commensali, apparentemente irrituale.
Come mi ha spiegato il responsabile di Confindustria per le relazioni con il Parlamento la cena prevedeva i Presidenti di Commissione perché è in Commissione che si elaborano le politiche dei vari settori. Mi si è allargato il cuore: qualcuno ha capito, finalmente! Ma se hanno capito gli imprenditori perché non capiscono i cittadini? E su questa domanda, che prelude a un congresso Pd assai complicato, il mio umore è sceso sotto il livello del mare…