Stampa

Il caso Shalabayeva

Scritto da Matteo Cazzulani.

Matteo CazzulaniIl rimpatrio forzato della moglie e della figlia del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov segue gli svarioni dell'ex-Premier Berlusconi e le imbarazzanti prese di posizione della Lega Nord. Il centro-sinistra, seppur con molti errori, si dimostra essere la migliore alternativa in campo di rispetto della libertà nel Mondo. 

MILANO - Avevamo visto le pacche sulle spalle, l'elogio ai dittatori per i loro record elettorali, le tende da sceicchi piantate a Roma, e le 'mitraglie della liberta', ma mai ci si sarebbe immaginati di arrivare alla consegna di un rifugiato politico nelle mani di un regime dittatoriale dell'Eurasia.
Lo scorso Primo di Giugno un'unita speciale della Polizia italiana ha arrestato a Roma, e rispedito in Kazakhstan, la Signora Alma Shalabayeva e sua figlia: strette famigliari del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov.
Una volta in Kazakhstan, le due donne sono state costrette agli arresti domiciliari per l'accusa di ottenimento irregolare del passaporto, ed aspettano ora un processo che, difficilmente, sarà celebrato regolarmente da parte di una giustizia che, secondo i rating delle principali ONG indipendenti impegnate nella tutela dei diritti umani, è corrotta e parziale.
Da parte sua, Ablyazov ha sottolineato come la moglie e la figlia siano, come lui, scappate dalla dittatura di Nursultan Nazarbayev: Presidente kazako noto in Italia per i buoni rapporti intrattenuti con l'ex-Premier italiano, Silvio Berlusconi.
Il caso Shalabayeva ha creato uno strascico nello scenario politico italiano, con il Premier, Enrico Letta, del Partito Democratico, che ha chiesto spiegazioni al Ministro degli Interni, Angelino Alfano, del Popolo Della Libertà, in merito alla consegna di una rifugiata politica nelle mani di un regime accusato di autoritarismo.
Il Ministro Alfano, che è anche il Segretario del PDL, si è detto all'oscuro dell'accaduto, il fatto che il Capo del Dicastero da cui dipende la polizia sia stato del tutto ignaro di un'operazione che ha portato l'Italia a compiere una palese violazione dei Diritti Umani sembra poco verosimile.
Del resto, non è la prima volta che esponenti della destra italiana si dimostrano poco attenti al lato umanitario e, più in generale, delle ragioni di chi lotta per la democrazia nel mondo contro dittature e regimi.

Mitraglie, brogli e sceicchi
Il record spetta a Berlusconi. Il fondatore, e Capo politico del PDL, ha esordito con la famosa 'Mitraglia della Liberta' mostrata nel 2008 durante una conferenza stampa con il Presidente della Federazione Russa (allora Premier), Vladimir Putin, ad una giornalista russa colpevole di avere posto allo zar del gas una domanda scomoda sulla sua vita privata.
La scena ha fatto scalpore, dal momento in cui, subito, i commentatori si sono ricordati di Anna Politkovskaya: coraggiosa giornalista russa uccisa a Mosca per avere testimoniato le violazioni dei diritti umani commesse dall'esercito della Federazione Russa in Cecenia.
Non meno comprensivo Berlusconi si è dimostrato con i dissidenti bielorussi quando, nel 2009, durante una visita a Minsk, l'allora Premier italiano ha definito il dittatore bielorusso, Alyaksandr Lukashenka, un grande democratico capace di vincere le elezioni con più dell'80% dei consensi.
Allora, Berlusconi si è dimenticato di come Lukashenka abbia represso le opposizioni con la violenza, ed abbia anche provocato una sfalsatura della competizione elettorale tramite brogli e manomissioni della volontà popolare.
Infine, come non ricordare le pacche sulle spalle nei confronti di Muhammad Gheddafi: dittatore libico con cui Berlusconi ha firmato un trattato bilaterale Italia-Libia che ha inasprito le gia disperate condizioni dei migranti che attraversano il Mediterraneo per fuggire dal Nord Africa.
Non di meno è stata la posizione dell'alleato principale di Governo del PDL, la Lega Nord, che, oltre alle sparate di stampo razzista nei confronti di immigrati, rom, persone di colore e mussulmani, è stata tra i più acerrimi oppositori della guerra in Serbia nel 1999, condotta dall'Amministrazione USA di Bill Clinton per abbattere il dittatore serbo Slobodan Milosevic.

Da Clinton ad Obama
Nemmeno lo schieramento avverso alla destra italiana ha però dato prova di attenzione sui diritti umani, come quando il Ministro degli Esteri del Secondo Governo Prodi, Massimo D'Alema, è stato fotografato, nel 2006, a braccetto con il Leader dell'organizzazione libanese di stampo terroristico Hetzbollah.
Si può anche ricordare Ramon Mantovani, deputato di Rifondazione Comunista che, nel 1999 ha portato in Italia in maniera clandestina Abdullah Ocalan: leader dell'organizzazione terroristica curda PKK.
Comunisti a parte, il centro-sinistra italiano ha saputo dare buoni spunti, anche se troppo pochi, in materia di diritti umani. Si pensi all'impegno profuso dall'allora Presidente della Commissione Europea, Romano Prodi, nell'allargare, nel 1999 l'UE ai Paesi dell'Europa Centrale. Questo passo, in linea con la Dottrina Clinton di espansione della NATO in Europa Centro-Orientale, ha permesso di consolidare la democrazia nei Paesi un tempo satelliti dell'URSS, e di estendere la democrazia anche in Stati europei un tempo appartenuti all'Unione Sovietica come Ucraina, Bielorussia, Georgia e Moldova.
Un altro esempio di politica attenta ai diritti umani da parte del centro-sinistra italiano è data dalle esplicite critiche in merito alle ripetute violazioni dei diritti umani rivolte a Putin nel 2009 da parte dell'allora Segretario del PD, Dario Franceschini, e, nel 2013, durante la campagna elettorale nazionale, da parte del Leader di Sinistra-Ecologia-Libertà, Nichi Vendola.
Occorre inoltre ricordare i legami che intercorrono tra il Presidente USA, Barack Obama, e due Leader di oggi e di ieri del PD, come Matteo Renzi e Walter Veltroni. Opportuno è anche citare i contatti del già citato Massimo D'Alema con Clinton, e il sostengo prestato al popolo di Israele da parte di altro leader dei democratici, l'attuale Sindaco di Torino, Piero Fassino.
Restano infine le posizioni prese dai deputati dell'Unione Di Centro in favore di alcune battaglie dimenticate, come il regresso della democrazia in Ucraina, Georgia, ed altri Paesi del Mondo ex-sovietico.

Non solo finanza e lavoro, ma anche diritti umani
Il caso Shalabayeva non è dunque che l'ennesima dimostrazione di come, seppur con molti errori, ed un impegno non del tutto sufficiente, il centro-sinistra abbia vinto la partita dei diritti umani contro una destra che sembra attratta da una forte ammirazione nei confronti dei dittatori eurasiatici ed africani.
La consegna della Shalabayeva alle Autorità politiche kazake costituisce infatti un favore fatto al Presidente del Kazakhstan, Nursultan Nazarbayev, che ha utilizzato la riconsegna della moglie e della figlia del dissidente Ablyazov come una scusa per inasprire la repressione ai danni del dissenso.
L'Italia ha la possibilità di superare la crisi internazionale non solo con le riforme economiche, che sono necessarie per incentivare lavoro ed investimenti, ma anche con una posizione in politica internazionale che sia basata sul rispetto della democrazia, dei diritti umani, e della libertà di pensiero: principi che la Costituzione ben richiama nel suo interno.
La posizione del Ministro Alfano è dunque un atto preoccupante che pone l'Italia in stretta collaborazione con un regime dittatoriale, noto per la continua violazione dei diritti umani.
Il nostro Paese necessita invece di una politica estera che abbia come suo leitmotiv l'impegno, insieme con gli altri Paesi dell'Unione Europea e con gli Stati Uniti d'America, per la democrazia, i diritti umani, e la libertà nel Mondo.

Pin It