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I Circoli e il Partito

Scritto da Luciana Dambra.

Intervento di Luciana Dambra al convegno “Il futuro di Milano tra continuità e innovazione. Idee per un nuovo progetto di città” (pdf).

Ringrazio l'Associazione Democratici per Milano per l'iniziativa di avviare un dibattito pluritematico e aperto alla Città Metropolitana, proponendo per la sessione di stamani – la prima di una serie di appuntamenti – sia temi di attualità nel territorio, sia temi di progettazione e di respiro più ampio.
È appena terminato il 2023, anno nel quale - con i congressi nazionale e le primarie, e in autunno i passaggi regionale e metropolitano - abbiamo innovato e definito nuove linee politiche e priorità di temi e attività politica - in particolare, saldando temi politici e attività e battaglie dai banchi del Consiglio Regionale e del Parlamento - e ridisegnato l'ossatura del Partito Democratico sui territori, federazioni e circoli.
E si è appena aperto il 2024, con un calendario elettorale nazionale e internazionale particolarmente fitto, a cominciare dalle elezioni Europee e da una tornata importante di amministrative in Italia. Nel mondo, poi, più di 50 Paesi con una popolazione complessiva di 4,2 miliardi di abitanti andranno alle elezioni, nazionali o regionali, nel 2024, in quello che sarà pertanto l’anno elettorale più “grande” della storia - come chiosa Forbes - con la partecipazione di sette delle dieci nazioni più popolose del mondo: USA, India, Bangladesh, Taiwan, Indonesia, Pakistan, Sudafrica, Messico, e l’Unione Europea.
Tutto questo mentre lo stato di salute della democrazia come l’abbiamo conosciuta e anche costruita e rafforzata noi, liberale, rappresentativa, parlamentare non è ottimale, scricchiola da più parti ed è in seria discussione; mentre il conflitto russo-ucraino sta per toccare il secondo anno di durata, e dallo scorso 7 ottobre divampa a Gaza con una violenza inaudita una nuova fase del conflitto israelo-palestinese, che, oltre a interrogarci sui fondamenti dell’umanità e del valore non solo astratto ma politico della pace e della convivenza pacifica fra i popoli, mostra potenzialità e limiti dei diversi approcci dell’azione politica, e fa fibrillare tutto l’assetto geopolitica dell’area mediorientale e mondiale. Tutto questo solo menzionando il numero complessivo degli altri 57 conflitti in corso nel mondo proprio mentre stiamo parlando, ma soprattutto non dimenticando il vento di destra che spira deciso in Europa e purtroppo anche in Italia dopo le ultime elezioni politiche.
Per affrontare i temi del mio intervento, penso fosse necessario tracciare anche se in maniera ipersemplificata il contesto largo nel quale il Partito Democratico e i Circoli di Milano Metropolitana si muovono e si trovavo a operare verso Milano 2027 e oltre.
Nei limiti del tempo assegnato, mi limiterò soltanto alcuni spunti e suggestioni.
La segreteria del PD di Milano Metropolitana guidata da Alessandro Capelli, intanto, ha in programma la revisione della Carta dei Circoli, uno strumento che i Circoli si sono dati per definire le basi dello sviluppo dell’attività dei singoli Circoli e delle zone nelle quali si articola la presenza del partito sul territorio di Milano Città e dell’Area Metropolitano. Per completare il quadro congressuale, le zone andranno a congresso nel primo week end di febbraio.
Intanto, la segreteria metropolitana sta per sottoporre a segretari di circolo, iscritti ed elettori delle primarie, una serie di questionari dedicati, tesi tutti però a sondare lo stato di salute della partecipazione e dell’attività politica territoriale e tematica, e i bisogni e le aspirazioni degli iscritti e dei nostri elettori. Processo di coinvolgimento e partecipazione che culminerà con un referendum per l’approvazione della nuova Carta dei Circoli nel corso della prossima Festa dell’Unità di fine estate.
Anche le Donne Democratiche Metropolitane si apprestano ad andare a congresso nel prossimo mese di febbraio.
Ma come stanno i circoli? I territoriali, in particolare, risentono, tra le altre, della crisi della partecipazione in presenza e attiva; della possibilità diffusa di forme di adesione altre rispetto al tradizionale tesseramento, di forme di confronto altre rispetto al consueto dibattito in presenza, e di forme di aggregazione e di impegno civico altre; del moltiplicarsi delle fonti di informazione e formazione; della difficoltà di ricambio generazionale e di attrarre le nuove generazioni; della crisi di vocazione di personale politico territoriale; della crescente “orizzontalità” della struttura partito rispetto al passato; e non ultime delle difficoltà finanziarie, solo per citare alcuni dei punti di debolezza.
I circoli restano comunque l’ossatura del nostro partito, sono presidi di valori e di socialità irrinunciabili, e quindi hanno bisogno di tutta l’attenzione e il supporto possibili da parte del partito nazionale e delle federazioni provinciali, dalla redistribuzione del duexmille al mettere a disposizione strumenti per accompagnare e sostenere l’attività politica, come il prezioso corso di formazione avviato dal PD nazionale lo scorso autunno.
Abbiamo già visto che cosa ha in cantiere il PD Metropolitano, e abbiamo il tempo solo per menzionare l’imponente numero di iniziative avviate dal PD regionale lombardo guidato da Silvia Roggiani, prima fra tutte la battaglia sulla sanità pubblica, condotta insieme al nostro gruppo consiliare e già da tempo fatta propria dai territori, grazie anche al prezioso lavoro del Dipartimento Salute metropolitano.
Ma chiediamoci anche che cosa i circoli possono fare “di più”, pur nelle criticità sopra delineate, in particolare nella prospettiva politica e temporale che ci siamo dati dalla quale prende origine questo dibattito:
• intercettare e intrecciare rapporti stabili e generativi con mondo delle associazioni e culturali, terzo settore, rappresentanze, mondo del lavoro e imprenditoriale, della tutela ambientale, della formazione... e fare in modo che tutto questo lavoro di relazione e collaborazione diventi patrimonio comune del PD, e possa essere condiviso fra i circoli per un arricchimento reciproco crescente. Questo approccio, questo lavoro ci darà modo di comprendere in maniera sistematica come è cambiato e come cambia il nostro territorio, conoscenza indispensabile per costruire il Progetto Milano, ma anche i programmi di ciascun comune di Città Metropolitana che va al voto;
• accogliere e fare sintesi di input, iniziative, tracce di lavoro, newsletter, canali social… tutti i diversi strumenti messi a punto dalle segreterie, ma certo non per essere dei meri esecutori, ma per farli propri, modellarli e arricchirli secondo le proprie specifiche esigenze;
• temi e priorità: sembra ogni volta che ripartiamo da zero, ma non è così. Programmi elettorali, documenti congressuali, temi amministrativi, temi messi a fuoco dai gruppi di lavoro tematici, temi dettati dall’attualità… approfondiamoli e portiamoli alla discussione, proponendo momenti aperti, dando continuità alla nostra attività di riflessione e approfondimento;
• siamo connessi e innovativi, non soltanto in termini tecnologici, ma avviciniamo e avviciniamoci ai diversi livelli di rappresentanza e attività del partito; non limitiamoci a stigmatizzare soltanto le distanze, ma facciamoci soggetti protagonisti nell’accorciare queste distanze;
- siamo coesi e facciamo rete: coprogettiamo, coprogettiamo insieme circoli di Milano Città e circoli dei comuni confinanti: moltiplichiamo le iniziative coprogettate dalla zona e/o da più circoli anche di zone diverse, riusciremo così a coinvolgere territori più ampi, un pubblico più ampio, e/o più pubblici diversi; coltivare il senso di una cittadinanza nuova di Città Metropolitana, che non è solo ridurre le distanze fisiche, ma cominciare a sentirci cittadini di un territorio nuovo, di una dimensione sociale nuova;
• parliamo la stessa lingua: utilizziamo le parole d’ordine, e se non ci soddisfano al 100% aggiungiamoci pure le nostre, ma riconosciamoci in queste parole e utilizziamole, ci caratterizzerà sempre più come comunità;
• voliamo alto, anche, cogliamo la contemporaneità e appassioniamoci e impegniamoci per “mettiamo a terra” temi e discussioni anche di ampia portata, senza la pretesa di esaurirli, ma facendo opera di sensibilizzazione;
• siamo accoglienti e inclusivi: e non solo nei confronti di chi si avvicina a noi e varca la porta o si connette allo zoom del nostro circolo per la prima volta, ma anche fra di noi: certo, è la politica, è la democrazia, ci sono le maggioranze e le minoranze, ma lavoriamo sempre per sciogliere i nodi. Certo, c’è la sana contendibilità nel DNA del PD, c’e la battaglia politica, ma lavoriamo sempre per ritrovarci uniti negli obiettivi e nell’azione politica. Non possiamo chiedere unità ai vertici se noi alla base per primi non la ricerchiamo e attuiamo;
• non siamo autoreferenziali: stiamo completando il percorso di riorganizzazione che non è fine a sé stesso, ma per aprirci meglio all’esterno, per spalancare le porte dei nostri circoli, a volte, con sincerità, un po’angusti e non sempre pienamente accoglienti.
Se proviamo a mettere in campo tutto questo, i circoli insieme agli elettori del PD potremo e potranno essere autentici protagonisti del percorso che ci porterà a Milano 2027 e a disegnare e progettare la Città Metropolitana che vogliamo.
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