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Sulle risorse per i disturbi alimentari la Regione solleciti il Governo

Scritto da Carlo Borghetti.

"Sorprendentemente, il Governo Meloni, nella legge di bilancio nazionale appena approvata, ha cancellato il Fondo nazionale disturbi della nutrizione e della alimentazione che era stato istituito dal Governo Draghi, azzerando anche per la Lombardia la quota di risorse che erano state destinate a incrementare l'offerta ambulatoriale, di reparto, residenziale e semiresidenziale. Si tratta di 3.775.500 euro destinati alla fascia di età 15-24 anni e in gran parte utilizzati per pagare personale specializzato dedicato". Lo ha ricordato, stamattina, in consiglio regionale, Carlo Borghetti, consigliere regionale lombardo del Pd, illustrando la sua interrogazione a risposta immediata sul tema, rivolta all'assessore al Welfare Bertolaso.
"Voglio ricordare che l'ultimo dato disponibile, risalente al 2019, rileva che i minori colpiti da questi problemi sono stati circa 1.500, mentre gli adulti 3.000. Ma si stima che la patologia coinvolga circa 500mila persone sull'intera popolazione lombarda", ha aggiunto il consigliere Pd. Per questo Borghetti ha chiesto, nella questione time, come Regione intenda ripristinare le risorse indispensabili per garantire continuità ai progetti iniziati e procedere con l'attivazione di nuove strutture ambulatoriali: "Bertolaso mi ha risposto snocciolando i numeri delle risorse regionali e di quanto arriverà dallo Stato, assicurando che solleciterà il Governo a restaurare il fondo. Ora, che Regione metta i soldi che mancano da Roma è una buona notizia, ma non lo riteniamo sufficiente e, soprattutto, bisogna pensare anche ai servizi. La Lombardia soffre di una carenza di servizio pubblico che costringe le famiglie a rivolgersi a quello privato, spendendo cifre da capogiro per curare i propri adolescenti e giovani. Ecco perché le risorse sono importanti: è necessario aumentare assolutamente il servizio pubblico, prestando molta attenzione alla formazione del personale, cominciando con l'aggiornamento dei medici di base e dei pediatri. Un lavoro lungo e complesso che non deve veder diminuire i propri fondi a disposizione e si deve tradurre in programmazione pluriennale".

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