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Questo governo è assente dal territorio

Scritto da Giuseppe Sala.

"Nel Pd non va la scarsa voglia di vincere che alberga nel partito. C'e' piu' la volonta' di rimanere su un percorso che e' di conferma valoriale, del proprio elettorato. Ma cosi' ci si prende pochi rischi e il Paese ha bisogno di un Pd piu' forte. Vorrei vedere piu' aggressivita' nel Pd". Lo ha detto il sindaco di Milano Giuseppe Sala durante un'intervista in diretta su Corriere.it.
"E' chiaro che per vincere serve la coalizione. Su questo faccio un appello: cerchiamo le cose che ci uniscono e dimentichiamo le storie sul federatore". Sala federatore? "Io ho voglia di far politica ma sono piu' alla ricerca del senso che del potere". Allearsi con i 5 stelle "non e' semplice perche' si portano dietro alcuni retaggi nella testa di tanti. Le differenze ci sono, credo che il Pd debba aspirare a una crescita sua quasi a prescindere dai 5 stelle e poi sulla coalizione i conti si faranno piu' avanti".

"Elly Schlein ha un compito molto difficile, ma sulle europee penso decidera' per il bene del partito. Ma trovo intollerabile che le elezioni europee vengano percepite come la prova definitiva della verita' su Schlein. Secondo me deve continuare a lavorare". E sempre parlando di europee, quanto alla possibilita' che l'assessore della giunta Sala, Pierfrancesco Maran, si candidi col Pd e dunque a un eventuale rimpasto, Sala risponde: "Posso essere costretto se Maran viene eletto. Quello che chiedo ai partiti e', pero', di condividere l'idea che si debba proporre una squadra piu' forte e quindi di non usare il manuale Cancelli. Benissimo per me se uno dei miei si candida, ma togliamoci dalla testa che se esce uno del Pd entra uno del Pd. Con me queste cose non funzionano, si deve fare il bene della citta'".

"Non e' il caso di fare le barricate" sull'autonomia differenziata "ma non mi piace perche' non considera per niente le grandi citta' e da' tutto alle regioni. Penso che sia una follia" ad esempio "che il paese rischi di avere 20 politiche energetiche" per 20 regioni, ha aggiunto Sala. Sul provvedimento "il dialogo non c'e' stato" ha aggiunto, sottolineando che il ministro "Calderoli ha fatto una forzatura: se non coinvolgi le citta' fai un errore".

"E' un governo che vedo assente dal territorio, a Meloni l'ho detto piu' volte: devi venire a Milano per un confronto su quello che c'e' a Milano" perche' "Milano e' dove le cose accadono, dove ci sono le energie. Ci sono ministri che non ho neanche mai sentito, direi la gran parte", ha concluso Sala. Parlando ancora di rapporto col governo, "non posso che essere critico su alcune cose, ma non mi pare di non avere un atteggiamento collaborativo. Le dita di una mano sono anche troppe se penso a quanti ministri sono venuti a Milano ad ascoltare i problemi che abbiamo ma anche le cose che possiamo offrire".

Video dell'incontro.

L'autonomia differenziata "non mi piace perché non considera le grandi città". Lo dice in un'intervista al Corriere della Sera il sindaco di Milano Beppe Sala. "Penso sia una follia il rischio di avere venti politiche energetiche diverse - spiega - Il tema dell'autonomia sta portando incredibilmente tante regioni a differenziarsi su questioni fondamentali".
Sala rispetta "l'amico Bonaccini che sul fine vita dice 'lo regolamento io perché non lo fa lo Stato'. Ma è pensabile che in 20 regioni ci siano 20 diverse leggi sul fine vita? Io sono a favore di una regolamentazione e ritengo che siano molti i casi in cui è lecito togliersi la vita, ma è pensabile che se un milanese sente questo bisogno debba prendere la residenza in Piemonte perché magari lì è permesso e in Lombardia è vietato?".
Anche rispetto alla trascrizione dei figli delle coppie omogenitoriali "si possono fare registrazioni a Brescia e non a Milano perché la procura di Brescia è favorevole? Serve una regolamentazione". I rapporti con il governo Meloni "non possono che essere critici su alcune cose". È un governo "assente dal territorio. La premier idem".
Per quanto riguarda il Pd, "non va soprattutto la scarsa voglia di vincere che alberga all'interno del partito". Ci si prende "pochi rischi. Però se ti assumi pochi rischi rimani al 20 per cento. L'Italia ha bisogno di un Pd forte. Poi è chiaro "che per vincere bisogna essere in coalizione e qui cominciano i dolori". la segretaria del Pd "ha un compito molto difficile" e "ritengo intollerabile che le elezioni europee vengano percepite come la prova definitiva della verità su Schlein. Deve continuare a lavorare - sottolinea - Non sarebbe né saggio né corretto immaginare che di fronte a un risultato non eccellente si cambi segreteria".

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