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Nulla di strutturale per la sanità nella Nadef

Scritto da Beatrice Lorenzin.

"Il documento della NADEF, che ci è stato più o meno consegnato un mese fa, è già vecchio rispetto alle emergenze che lo stesso ministro Giorgetti è venuto a illustrarci. Con onestà intellettuale dobbiamo dire che ci sono dei fatti che non dipendono dal Governo, come le guerre e le drammatiche notizie di questi giorni, ma ce ne sono altri che noi conoscevamo: l'inflazione, l'incertezza energetica, i temi di cambiamento dello scenario geopolitico e macroeconomico, i tassi della Banca centrale europea.
Ma la NADEF è una sorta di disegno dell'economia dei prossimi anni da parte del Governo, che è il primo con una maggioranza netta, con un unico progetto politico-culturale". Così la senatrice Beatrice Lorenzin, vicepresidente dei senatori del Pd intervenuta in aula a Palazzo Madama nella discussione sulla Nadef.
"Ma qui non c'è nulla, se non in modo peggiorativo, sullo Stato sociale e sui diritti sociali, cioè sulla salute, sull'educazione e sul tema pensionistico. Nel contesto attuale, e siamo nel post pandemia, per la prima volta nei prossimi anni avremo una decrescita del Fondo sanitario nazionale previsto che passa addirittura al 6,2-6,1 per cento, cioè sotto la soglia indicata dall'OCSE del 6,5 per cento come soglia di sostenibilità dei servizi sanitari. Quando si spende meno del 6,5 per cento rispetto al PIL, crolla il Servizio sanitario nazionale e adesso stiamo tornando a una spesa preventivata nella NADEF, che è inferiore. In questo quadro, il prossimo anno, per la prima volta - non è mai accaduto, neanche durante le fasi più difficili della crisi economica dal 2012 al 2017 - abbiamo anche una decrescita in termini assoluti, cioè il prossimo anno il Fondo diminuisce non solo in percentuale rispetto al PIL, ma anche in cifre assolute. Giorgetti dice che si interverrà in manovra. Ma qui non c'è nulla di strutturale, non agiamo sul personale sanitario, sulle grandi questioni dell'attrattività, sulle liste di attesa, sui livelli essenziali di assistenza, sulle diseguaglianze tra Nord e Sud, sull'accesso alle prestazioni, sulla medicina del territorio, cioè sulle grandi riforme di cui ha bisogno questo Paese", conclude.
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