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Giù le mani dall'assegno unico

Scritto da Chiara Braga.

"La nota di aggiornamento al Def si presenta debole, minimalista, rinunciataria, fortemente condizionata nei contenuti dalle promesse elettorali, incapace di indicare una prospettiva di crescita per il paese, finanziata in gran parte in deficit senza chiari indirizzi di natura economica, con segnali preoccupanti di probabili tagli alla spesa pubblica in particolare al settore sanitario e alle politiche sociali.
Quella che viene prospettata con la nota di aggiornamento è quindi una legge di bilancio preoccupante. Sarà anche però la legge di bilancio della verità la prima in cui il disegno economico della destra vedrà compimento". Ad affermarlo nell'Aula della Camera è la capogruppo del Pd Chiara Braga nel suo intervento a commento della Nadef presentata dal Governo.
"Giù le mani dall'assegno unico: non provate a fare cassa togliendo risorse a uno strumento essenziale per migliaia di famiglie, fortemente voluto dal Pd nella scorsa legislatura". E' questo l'appello che la capogruppo del Pd Chiara Braga rivolge al Governo durante il suo intervento sulla Nadef.
"Se ci sono dei residui, si parla di 2 miliardi - incalza - vanno usati per rafforzare uno strumento universalistico di sostegno alle famiglie e a chi fa figli".
Braga propone quindi "un patto sociale per difendere i redditi, una legge sul salario minimo come quella che stiamo portando avanti con le altre forze di opposizione. E poi misure e risorse per favorire il rinnovo dei contratti di lavoro scaduti, a partire da quelli della sanità e del pubblico impiego e magari una legge sulla rappresentanza. Servirebbe limitare i contratti a termine e una proposta sulla partecipazione di lavoratori e lavoratrici. Misure concrete contro il carovita non un patto con gli esercenti per acquistare una fetta di prosciutto in più al mese". Braga, che chiede che la misura del taglio del cuneo fiscale diventi strutturale e non occasionale, attacca il Governo sui tagli alla sanità. "La spesa sanitaria nel 2022 era al 6,7% del Pil, è passata al 6,6 nel '23, sarà al 6,2 nel 24 fino a crollare al 6,1% nel 26 in controtendenza rispetto a quanto fatto negli ultimi anni e i 18 miliardi che sono stati messi negli ultimi 3 anni sul fondo sanitario nazionale, con aumento mai visto prima della spesa sanitaria pro capite, sparisce".
La capogruppo del Pd alla Camera contesta anche il fatto che non esista allo stato "una politica industriale" credibile.
"Lasciate chiudere la Marelli per mano dello stesso fondo americano KKR a cui vorreste vendere un asset strategico come la rete Tim", ricorda. Mentre solleva anche il caso dell'Ilva: "In una situazione drammatica, il governo sta rinunciando al passaggio in maggioranza in acciaieria Editalia e taglia 1 miliardo dal Pnrr per la decarbonizzazione mettendo a rischio il futuro di Taranto e dei tarantini".

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