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Un vero cattolico può restare nel PD?

Scritto da Giovanni Barbagallo.

Intervento di Giovanni Barbagallo alla Festa dell'Unità in Sicilia.

Questo il tema che, ieri sera, è stato trattato alla festa dell'unità, organizzata dal PD di Pedara. Prima di rispondere a questa domanda, mi piace ricordare quello che ha detto Pippo Consoli: "Può un cattolico militare nella destra?"
Molti pensano che, in politica, i valori cattolici sono difesi soltanto dai rappresentanti dei partiti moderati. Ciò non è assolutamente vero!
Il riferimento ideale alla dottrina sociale della Chiesa non può non comportare una politica sociale, una opzione preferenziale per i più deboli, una giusta valorizzazione del lavoro, l'opposizione ad un liberismo sfrenato, un ridimensionamento del ruolo del capitale nell'economia e nella vita di un popolo.
Chi opera in politica, ispirato dalla Fede, sa che le encicliche sociali vedono il cristiano come depositario di iniziative coraggiose e di avanguardia.
C'è, nella dottrina sociale della Chiesa, la vocazione ad una società avanzata.
Le posizioni della Schlein sulle diseguaglianze, sulla solidarietà, sull'emergenza climatica, sull'attenzione verso i più poveri sono perfettamente in linea con la lettera enciclica "Fratelli Tutti" e con la "Laudato Si".
Sull'utero in affitto non sono d'accordo con la mia segretaria nazionale, ma ciò non mi impedisce di continuare a militare nel PD.
Sono convinto che un cristiano non può trovare un partito, pienamente, rispondente alle esigenze etiche che nascono dalla Fede.
Pretendere che un partito corrisponda alle esigenze della vita cristiana può ingenerare pericolosi equivoci. Nessuno ha il monopolio della rappresentanza politica dei cattolici.
Il nostro compito prioritario è quello di dare un contributo per la realizzazione di una nuova cultura politica, in continuità con la nostra costituzione, per restituire un'anima alla politica!
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