Stampa

Salario minimo e contrattazione

Scritto da Tiziano Treu e Tito Boeri.

"Non cominciamo a dire che la questione è più ampia e quindi non si può fare il salario minimo". Così, alla Stampa, Tiziano Treu, ex ministro del Lavoro dei governi Dini e Prodi ed ex presidente del Cnel. "Sono anni che abbiamo tanti problemi, ma non vorrei che questo fosse un modo per eludere l'evidenza degli stipendi bassi - spiega -. Se la legge è scritta bene, si può stabilire una cifra e allo stesso tempo sostenere la contrattazione collettiva".
"Il guaio di cui non si parla mai - aggiunge - è che i contratti buoni possono essere violati perché sono in ogni caso atti privati. Lo segnala anche Banca d'Italia: per il 20-30 cento i Ccnl non vengono rispettati". Per le aziende - spiega l'esperto - "in genere non c'è nessuna conseguenza". "Il salario minimo serve perché non ci si può fidare solo dei contratti collettivi".
L'economista Tito Boeri a sua volta si dice "favorevole e non da oggi" al salario minimo per legge. "Sarebbe un modo per limitare il potere eccessivo dei datori di lavoro nei confronti dei lavoratori più vulnerabili: giovani, donne e immigrati, che spesso non conoscono bene i loro diritti", afferma al Corriere della Sera.
La misura "rafforzerebbe la contrattazione" - sostiene l'economista - dato che, anche dove presente, "non sempre garantisce livelli adeguati. Pensiamo ai vigilantes a poco più di 5 euro l'ora". Ma "per stabilire la soglia adeguata bisogna incrociare le banche dati di Inps, ministero del Lavoro, Istat e Agenzia delle entrate. Si può anche partire bassi, cioè con prudenza, e vedere come va". "Il Cnel, invece, - ipotizza Boeri - potrebbe utilizzare i 60 giorni previsti dal governo per fare l'approfondimento sul livello da fissare".
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