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Europa verso un futuro verde

Scritto da Patrizia Toia.

Intervista di Euractive a Patrizia Toia.

La Legge sul ripristino della natura non è “ideologia” ma risponde a “una necessità per il nostro pianeta”. Lo dichiara a EURACTIV Italia Patrizia Toia, vicepresidente della Commissione Industria, ricerca ed energia del Parlamento europeo, ed esponente del Gruppo dell’Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici.
Nell’intervista, l’eurodeputata cerca di fare chiarezza sulla serie di “fake news” diffuse in questi mesi e che hanno dato adito a una vera e propria “ideologia negazionista” del cambiamento climatico.
Toia sottolinea come il dibattito avvenuto in questi mesi all’Eurocamera sia stato inficiato dal tentativo, poi fallito, del Partito popolare europeo (PPE) di sfruttare per fini elettorali le discussioni nelle varie commissioni per testare una nuova maggioranza con le destre conservatrici in vista delle elezioni europee del 2024.
“Io sottolineo che questa legge è parte di tutta la strategia del Green Deal e dobbiamo renderci conto – perché a volte ce lo dimentichiamo – che la questione ambientale è cruciale per il nostro futuro, ma anche per il nostro presente, perché tutti possiamo vedere cosa accade attorno a noi”, spiega l’eurodeputata.
Per Toia, i contenuti della Legge sul ripristino della natura, e in generale del Green Deal, non rispondono a delle idee astratte e estremiste, ma a una concreta necessità alla luce della situazione degli ecosistemi che sono in gran parte deteriorati o si stanno deteriorando, anche sotto i nostri occhi , se abbiamo la volontà di vedere.
“La Restoration Law è accompagnata da una uno studio che fornisce dati molto preoccupanti. Si calcola che l’80% degli habitat protetti si trova in cattive condizioni, il 36% in deterioramento e solo il 9% di miglioramento. Non lo dicono dei fanatici attivisti dell’ambiente ma degli studi”, rimarca l’eurodeputata.
“A tutti coloro che ritengono questa legge un’ideologia o una inutile limitazione delle nostre attività c’è da chiedere in che mondo vogliono vivere, in che mondo vogliono far vivere i loro figli”, osserva Toia. “Questa legge – aggiunge Toia – va incontro a una necessità perché il mondo si sta degradando, si sta degradando il pianeta intorno a noi”.
La vicepresidente della Commissione Industria del Parlamento UE sottolinea come vi siano documenti di scienziati in lingua inglese che non sono stati tradotti o veicolati dalla stampa in Italia. “Questo significa che vogliamo chiudere gli occhi rispetto a una realtà che invece possiamo gestire. Possiamo curare il pianeta senza danneggiare l’economia”, afferma Toia, osservando che è proprio “trascurando il pianeta che noi facciamo un male anche all’economia, oltre che alla nostra vita”.
Come ricorda l’europarlamentare di S&D, questi studi danno la misura di che cosa succede: “Si dice che per ogni euro speso per il ripristino della natura – che al momento è una spesa -, con ogni euro che noi impieghiamo, noi possiamo produrre dagli 8 ai 38 euro di valore economico aggiunto”.
Toia sottolinea come queste stime mostrano che vi è un “moltiplicatore positivo” e anche un risparmio rispetto ai costi per il ripristino di danni provocati da catastrofi naturali, come ad esempio le alluvioni che hanno colpito l’Emilia-Romagna lo scorso maggio. “È davvero miope, ed è davvero ideologia negazionista dire che non c’è bisogno di tutto questo”, rimarca l’eurodeputata.
Per l’esponente del Partito democratico, si può anche comprendere che qualche parte politica chieda un’azione più lenta o tempi più diluiti, ma quello che non si può comprendere è un no, perché “non possiamo negare la necessità” di questa azione.
Toia cita una serie di esempi di “fake news” circolate in questi mesi ed elencate in un documento “Fact-checking” diffuso dalla stessa europarlamentare, sottolineando la narrativa dei detrattori della Legge sul ripristino della natura mirata a diffondere informazioni non corrette.
Secondo l’eurodeputata, dai resoconti di questi mesi, sembra che la Nature Restoration Law produrrà immediati effetti in termini di obblighi per i vari Paesi UE: “No, non è così. La NRL prevede invece la predisposizione di piani per programmare le azioni da compiere. Quindi non significa che di punto in bianco, ad esempio, venga bloccato il corso dei fiumi per fare di nuovo gli argini o che si impediscano certe coltivazioni”.
Inoltre, come ricorda Toia, nella discussione parlamentare sono state anche allungate le tempistiche previste precedentemente dalla proposta originale. “Si è anche introdotta una clausola, con gli emendamenti presentati all’ultimo momento, in cui si afferma che, in particolari circostanze di difficoltà economiche, un Paese può anche ritardare le emanazioni di questi piani e rinviarli”, osserva l’eurodeputata.
“Quindi non è vero che di punto in bianco creeremo nuove aree protette o amplieremo quelle esistenti. Anzi, questa è la prima fake news: non dobbiamo creare nuove aree protette. Semmai dobbiamo recuperare le condizioni di biodiversità degli ecosistemi che già sono stati individuati come aree da proteggere”, prosegue Toia.
Un’altra “fake news” circolata riguardo alla Legge sul ripristino della natura è quella che accusa il Regolamento di minare la sussistenza degli agricoltori e quindi la produttività stessa delle coltivazioni. “Non è affatto così. Noi vogliamo invece rafforzare la sicurezza alimentare. Ma come possiamo rafforzarla? La si può assicurare se noi consentiamo per esempio che certi terreni abbiano dei periodi di riposo per potere ripristinare poi delle coltivazioni anche più intensive. Se noi sfruttiamo all’eccesso non abbiamo poi la possibilità di avere una continuità di capacità di produzione di quei terreni”, sottolinea l’europarlamentare.
Toia cita anche le informazioni non corrette secondo cui la proposta di legge minerebbe lo sviluppo urbano. “Si dice che limiteremo tutto lo sviluppo urbano. In realtà noi vogliamo migliorare la vita urbana. Se noi riusciremo, ad esempio con lo sviluppo del verde urbano, ad abbassare le temperature, riducendo anche gli effetti di queste di queste ondate di calore, riusciremo a migliorare le condizioni insalubri in cui si vive in certe città. E se non potremo limitare oltremodo le emissioni in atmosfera nelle città, cosa su cui l’Europa sta molto lavorando, la diffusione del verde urbano potrà consentire anche una mitigazione delle condizioni dell’atmosfera”, fa notare Toia.
“Negare che ci sia bisogno di sviluppare più verde nelle città e forse anche di ridurre l’utilizzo del suolo per l’edificazione, che spesso in Italia ha visto delle proliferazioni esagerate, mi sembra un voler chiudere gli occhi sulla realtà”, ribadisce l’europarlamentare del gruppo S&D.
Toia ricorda che i costi di questa transizione vedranno l’appoggio dell’Europa. “Ci saranno degli strumenti anche finanziari. La Legge sul ripristino della natura non parte domani mattina, quindi ci sarà il tempo di preparare degli strumenti finanziari adeguati che spesso sono la nota dolente nei provvedimenti europei”, osserva l’eurodeputata.
Entrando nel merito dei lavori portati avanti dal Parlamento europeo, Toia sottolinea che la legge ha avuto a una riduzione significativa degli impegni iniziali. L’europarlamentare ripercorre le tappe che hanno portato al voto in plenaria dello scorso 12 luglio, in cui gli eurodeputati hanno bloccato il tentativo del PPE e dei conservatori di rigettare in toto la proposta.
Toia ricorda che la Commissione UE ha presentato la proposta nel giugno 2022 che conteneva l’obiettivo di ripristinare almeno il 20% degli ecosistemi marini e terrestri dell’UE entro il 2030, in vista di arrivare ad una copertura pressoché totale entro il 2050. Dopo la proposta sono seguite le discussioni al Parlamento europeo, con il fascicolo affidato alla Commissione Ambiente (ENVI). Dopo difficili negoziati per arrivare a dei compromessi tra i vari gruppi politici (cui il PPE ha preso parte attiva prima di defilarsi all’ultimo), la relazione sottoposta all’esame è stata respinta per un voto di parità (44 a 44), che equivale a un rigetto secondo il regolamento interno.
Il 12 luglio, dopo aver respinto per 12 voti di differenza l’ennesimo tentativo delle destre (e di parte dei liberali) di affossare il provvedimento, il Parlamento ha dovuto rivotare tutti gli emendamenti sul tavolo. Come sottolinea Toia, il risultato è stato un voto che ha portato all’adozione di un testo che rappresenta una posizione “molto meno ambiziosa di quella che noi eurodeputati S&D avremmo voluto e che si avvicina a quella adottata dal Consiglio”.
Come osserva l’eurodeputata “questa decisione è stata necessaria per ricomporre una maggioranza a favore di un testo che potesse appianare le divisioni interne ai gruppi politici più ostili a questo provvedimento”.
La vicepresidente della Commissione Industria ricorda inoltre che in quest’ultima votazione sono stati approvati anche altri emendamenti dei conservatori che hanno annacquato ulteriormente obiettivi e target inizialmente proposti dalla Commissione.
Tuttavia, l’obiettivo politico di impedire il rigetto di questa legge è stato raggiunto e ora spetta ai co-legislatori (Parlamento e Consiglio) trovare un’intesa su un testo condivisibile per entrambi nel quadro dei negoziati inter-istituzionali, i cosiddetti triloghi. “Non è quel provvedimento ambizioso che noi avremmo voluto, ma è certamente un risultato, sia pur graduale, che però aiuta ad andare in questa direzione”, sottolinea Toia.
Per quanto riguarda il tentativo del PPE di politicizzare il dossier, l’eurodeputata sottolinea che la mossa del leader dei Popolari europei, Manfred Weber, ha fatto sì che durante le discussioni non si sia più parlato nel merito della proposta “perché tutto il tema è stato politicizzato” in vista delle elezioni europee del 2024.
Secondo Toia, il clima da campagna elettorale rischia di caratterizzare i prossimi mesi da qui al giugno 2024. “Questo è un gran male, perché noi dobbiamo discutere dei provvedimenti, delle azioni da portare avanti. Fino all’ultimo giorno dovremmo lavorare con molta serenità. Strumentalizzare il lavoro parlamentare solo in vista delle elezioni vuol dire snaturarne il contenuto, non parlare più nel merito del contenuto stesso, ma parlare di che cosa è più utile per la scadenza del giugno prossimo”, osserva l’eurodeputata.
Secondo Toia, si è assistito a un chiaro tentativo di una parte del PPE e del suo capogruppo Manfred Weber di mandare un messaggio alla maggioranza attuale che sorregge la Commissione presieduta da Ursula von der Leyen che è composta dal Partito Popolare e dal Partito Socialista, come due capisaldi, da Renew e in parte dai Verdi. “C’è stato un tentativo dichiarato dei popolari e dei conservatori di ECR di dire ‘il futuro dell’Europa lo governeremo noi nel prossimo Parlamento, possiamo fare a meno dei socialisti e anche dei liberali’”, osserva Toia, secondo cui questo progetto è senza fondamenta. “Anzitutto i numeri ci dicono, anche se le elezioni potranno portare a certi cambiamenti, che la maggioranza non ci sarà senza la fondamentale presenza dei socialisti e democratici”, fa notare Toia.
Secondo l’europarlamentare di S&D, il disegno portato avanti dal PPE è sbagliato, “perché verrà meno l’apporto che i socialisti democratici danno in termini di politiche sociali, in termini di maggiore integrazione europea in termini di politiche economiche e di sviluppo di crescita e non di austerità”.
“Noi resisteremo ovviamente fino all’ultimo per dare il nostro contributo fondamentale all’Europa di oggi e soprattutto l’Europa di domani”, aggiunge Toia.
“Penso e spero proprio che questo gioco non riesca, perché secondo me ne verrebbe seriamente danneggiata l’Europa. Sono convinta che noi siamo una parte fondamentale e qualificata di una prospettiva europea che vada verso una maggiore unità, una maggiore forza dell’Europa nell’ interesse dei cittadini e dei Paesi che compongono l’Unione europea”, conclude la vicepresidente della Commissione Industria del parlamento UE.

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