Il governo ora punta a prendersi tutto
In questi giorni "sono emersi due segnali nuovi che non si debbono sottovalutare. Nessuno ha ragionato su un sistema informativo che dopo decenni di duopolio si sta trasformando in un monopolio della destra. E al tempo stesso sta emergendo la tentazione di escludere il presidente Stefano Bonaccini dalla ricostruzione in Emilia-Romagna. Ma così siamo davanti ad un governo che punta a prendersi tutto. C'è una parola semplice che riassume tutto questo: autoritarismo. Così si sta cambiando la natura del Paese". Lo dice, in un'intervista a La Stampa, l'ex premier Romano Prodi.
Per quanto riguarda gli standard di crescita, l'Italia "se la cava, ma stiamo attenti a non esagerare - osserva -. Abbiamo un rimbalzo un po' più forte da una caduta molto più violenta". Gli ultimissimi dati, "riferiti all'export, non sono consolanti". Il governo "ha impostato le cose in modo da minimizzare il rischio, affidando gli Esteri al più americano della coalizione e l'Economia al più bruxellese. Su questo non aveva alternative.
Su tutto il resto i partiti della coalizione si stanno dividendo il bottino, litigando tra loro. Questo contrasto emerge anche riguardo al Mes". Quanto al Pnrr, dice Prodi, "le riforme non ci sono e gli investimenti, bene che vada, si stanno spargendo in rivoli inadatti ad aumentare la produttività".
Invece quella del Commissario alla ricostruzione in Emilia è una "vicenda incomprensibile che rischia di concludersi con un enorme autogol per il centrodestra. In una tragedia come questa, chi altro può fare il Commissario se non un presidente di Regione che gode di una incontestata fiducia?".
Venendo alla vittoria della destra alle Comunali, "c'è un sentimento che sta guidando le opinioni pubbliche in tutto il mondo. La paura - commenta Prodi -. Per la guerra. Per i migranti. La destra ha sempre saputo governare bene e meglio di altri, questi sentimenti". Il cattivo risultato di Elly Schlein "in queste pur limitate elezioni, è un segnale allarmante che oltretutto spingerà la destra ad aumentare la 'presa' sul Paese", conclude Prodi.
Per quanto riguarda gli standard di crescita, l'Italia "se la cava, ma stiamo attenti a non esagerare - osserva -. Abbiamo un rimbalzo un po' più forte da una caduta molto più violenta". Gli ultimissimi dati, "riferiti all'export, non sono consolanti". Il governo "ha impostato le cose in modo da minimizzare il rischio, affidando gli Esteri al più americano della coalizione e l'Economia al più bruxellese. Su questo non aveva alternative.
Su tutto il resto i partiti della coalizione si stanno dividendo il bottino, litigando tra loro. Questo contrasto emerge anche riguardo al Mes". Quanto al Pnrr, dice Prodi, "le riforme non ci sono e gli investimenti, bene che vada, si stanno spargendo in rivoli inadatti ad aumentare la produttività".
Invece quella del Commissario alla ricostruzione in Emilia è una "vicenda incomprensibile che rischia di concludersi con un enorme autogol per il centrodestra. In una tragedia come questa, chi altro può fare il Commissario se non un presidente di Regione che gode di una incontestata fiducia?".
Venendo alla vittoria della destra alle Comunali, "c'è un sentimento che sta guidando le opinioni pubbliche in tutto il mondo. La paura - commenta Prodi -. Per la guerra. Per i migranti. La destra ha sempre saputo governare bene e meglio di altri, questi sentimenti". Il cattivo risultato di Elly Schlein "in queste pur limitate elezioni, è un segnale allarmante che oltretutto spingerà la destra ad aumentare la 'presa' sul Paese", conclude Prodi.