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La Corona

Scritto da Lorenzo Gaiani.

Articolo di Lorenzo Gaiani.

Il legame fra la dimensione del potere temporale ed il sacro è antichissimo, risale agli albori dell'umanità. Personalmente ritengo che una delle migliori rappresentazioni di questo legame l’abbia data Matteo Rovere nel suo film del 2019 "Il primo re" sulla storia di Romolo e Remo e la fondazione di Roma.
Più ancora dell'incoronazione, il simbolo della sacralità nella cerimonia di ieri è stato quello dell'unzione del re con l'olio del Getsemani, che non a caso è stata sottratta all'occhio dei presenti e delle telecamere poiché rappresenta il momento della più intima unione fra il divino e l'umano. Rimanda a memorie lontane, all'unzione di Samuele su Saul e Davide, di Leone III su Carlomagno, dell'arcivescovo di Reims su Carlo VII sotto lo sguardo vigile della Pulzella....
È fede vera? È tradizione? È folklore?
Non saprei dirlo, se non che tutti i poteri che si sono succeduti nella storia, per quanto ripudiassero i precedenti, hanno voluto ricreare un'aura di sacralità, dalla cerimonia dell'Essere supremo presieduta da Robespierre all'incoronazione "anomala" di Napoleone fino a Stalin che gridava ai difensori di Mosca "siate benedetti dalla sacra bandiera del grande Lenin", e recuperava le memorie di Alessandro Nevskij e di Ivan il Terribile.
Non ho risposte, ma a volte credo che la secolarizzazione completa del potere, anche di quello democratico (si pensi alle simbologie di cui la nascente Nazione nordamericana avvolse da subito le sue istituzioni, favorita anche dall'ascendenza massonica di molti dei Padri fondatori), sia una delle forme dell'allentamento del legame sociale e della crescita di quell'anomia che è fonte di malessere e disordine.
E il disordine non favorisce i deboli.
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