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Efficienza degli edifici: la realtà oltre la propaganda

Scritto da Patrizia Toia.

Articolo di Patrizia Toia.

Non è vero che sarà una patrimoniale, che avrà costi sproporzionati o che ridurrà il valore del patrimonio immobiliare italiano. Al contrario: il miglioramento dell'efficienza energetica degli edifici sarà un'occasione di sviluppo, di risparmio energetico e di miglioramento del nostro patrimonio immobiliare. Per capirlo, però, non basta fermarsi ai titoli, bisogna capire i dettagli, le deroghe, le opportunità di finanziamento e gli ampi margini di flessibilità a disposizione dei governi.
Mai come in questo caso abbiamo bisogno, di fronte a scelte e atti europei complessi e di cambiamento, di un “bagno di chiarezza” e di informazioni “vere”, perché stiamo subendo da mesi una falsificazione sulle misure della Direttiva sulla Prestazione Energetica degli Edifici (EPBD), una strumentalizzazione per creare un clima di spavento tra i cittadini, ipotizzando false conseguenze devastanti per i proprietari di abitazioni.
Niente di tutto questo!
Lasciamo, perciò, da parte questi toni allarmisti e guardiamo esattamente le cose come stanno: cioè le misure e le “cose da fare”, soprattutto da parte dei governi nazionali che, invece di dire NO e bloccare il futuro, devono mettere in campo risorse, programmazioni, strumenti e sostegni.
Dopo mesi di discussioni la direttiva EPBD, che è la revisione di una direttiva già esistente ed è uno dei provvedimenti previsti dal pacchetto “Fit for 55” necessario a raggiungere la riduzione delle emissioni climalteranti del 55% entro il 2030 (obiettivo che tutti i governi nazionali hanno fatto proprio con l’approvazione della Legge europea sul clima), è arrivata in aula.
Il Parlamento l’ha approvata il 14 marzo con 343 voti a favore e 216 contrari.
Hanno votato a favore i gruppi S&D, Renew, una parte del PPE, i Verdi e la Sinistra, mentre, invece, sono stati contrari i gruppi di destra ID (Lega) e ECR (Fratelli d’Italia) più una parte del PPE.
Le prossime tappe:
Come sempre dopo l’approvazione da parte del Parlamento si apre ora la fase del “trilogo” (dialogo a tre), cioè della negoziazione con il Consiglio (alla presenza della Commissione) per arrivare ad un testo condiviso, quello che si chiama Posizione Comune tra i due legislatori (Parlamento e Consiglio).
Solo allora la Proposta sarà adottata definitivamente.
Inoltre, trattandosi di una direttiva (che deve essere recepita dai Paesi membri, a differenza dei regolamenti europei che entrano direttamente in vigore in tutta l'Ue), ci saranno 2 anni di tempo per il recepimento nelle legislazioni nazionali.
A questo punto toccherà al nostro Parlamento che potrà apportare qualche modifica, ma non sostanziale Concretamente, e sulla base dell’esperienza, possiamo prevedere che nella fase del trilogo sia molto probabile e presumibile che ci saranno modifiche, o sulle classi o i requisiti minimi di prestazione, o (forse) sui tempi e sulle scadenze.
Succede sempre che, rispetto all’ambizione del Parlamento, che segna un’asticella più alta, il Consiglio abbassi gli obiettivi e gli impegni.
Quindi il testo approvato non è definitivo e prima di diffondere valutazioni negative e previsioni pessimistiche si dovrebbe aspettare la conclusione dell’iter legislativo.
Cosa abbiamo approvato

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