A Milano sta cambiando tutto
«Sono molto stanco, ma alla fine l’adrenalina e il senso di responsabilità mi fanno dimenticare la stanchezza. E secondo indicatori che abbiamo, posso dire che sono molto ottimista». Così il commissario unico di Expo, Giuseppe Sala, in un’intervista all’Ansa, ha fatto un bilancio personale dei primi tre mesi dell’Esposizione universale. «Gli oltre dieci milioni di biglietti venduti sono una realtà inconfutabile - ha aggiunto -. Ma altri indicatori ci dicono che a maggio e giugno la spesa degli stranieri a Milano è cresciuta rispetto allo scorso anno del 30%. A Milano sta cambiando tutto».
Per il futuro di Milano
A Milano si dice "Ofelè, fa el to mestè", pasticcere fai il tuo mestiere. Lo si dice per dire che ognuno deve fare la sua parte a partire da quello che sa e può fare. È quello che ho pensato ieri leggendo e prendendo spunto dalle parole di Gianfelice Rocca, Presidente di Assolombarda, sul futuro governo e sul futuro di Milano.
La politica, per come la vediamo noi milanesi, deve fare il suo mestiere che è rappresentare e governare mantenendo alti i valori e rendendo trasparenti le proprie azioni.
Lavoro: la mossa giusta
Nel giugno scorso ho fatto un'esperienza molto bella a Reggio Calabria, che sta formando con Messina e Villa S. Giovanni una strategica Area Metropolitana interregionale.
Sono stato chiamato a dire delle mie idee e dell'esperienza milanese sul tema "Giovani e Politiche attive del lavoro". Ho trovato persone splendide.
Sono stato chiamato a dire delle mie idee e dell'esperienza milanese sul tema "Giovani e Politiche attive del lavoro". Ho trovato persone splendide.
La mia tesi sul Lavoro, dopo Reggio, la rimetto a fuoco così: tutti (specie i Giovani) devono poter esplorarsi, mettersi in gioco, rischiare. Servono Istituzioni ad hoc, pubbliche e partecipate.
Forti Istituzioni per Politiche»
Coppie gay abbandonate in un limbo
Quel che più indispone in tutta questa vicenda è che né il Parlamento e tantomeno il legislatore hanno tenuto conto dei dati forniti dall’Istat che dipingono un ritratto di una Italia molto più aperta di quanto non affermi il Parlamento. Infatti, l’Istat tra i tanti dati rivela che il 74,8% della popolazione non è d’accordo con l’affermazione “l’omosessualità è una malattia”, il 73% con “l’omosessualità è immorale”, il 74,8% con “l’omosessualità è una minaccia per la famiglia”. Al contrario, il 65,8% è d’accordo con l’affermazione “si può amare una persona dell’altro sesso oppure una dello stesso sesso: l’importante è amare”.