Regionali: strada in salita
Per le elezioni Regionali "la strada è in salita, ma per un atteggiamento francamente incomprensibile del M5s. Per il meccanismo elettorale e per i rapporti di forza che tutti conosciamo dai sondaggi, in nessuna Regione un candidato M5s da solo ha la possibilità di vincere. Voglio capire: ci si presenta da soli per piantare una bandiera o si corre per dare alle Amministrazioni Regionali delle amministrazioni autorevoli e capaci?". Lo ha detto a Start, su Sky TG24, l'esponente del Pd Piero Fassino. "Noi - ha proseguito - abbiamo proposto e continuiamo a proporre un'alleanza, per costruire intorno a un candidato comune un programma che sia capace di raccogliere la fiducia dei cittadini in ogni Regione e dare alle Regioni una prospettiva di guida solida. La candidatura sarebbe condivisa, non pretendiamo di avere candidati del Pd in ogni Regione. Dobbiamo discutere Regione per Regione il candidato più credibile per l'opinione pubblica, quello che ha più possibilità di vincere".



“La battaglia contro i discorsi di odio, contro la violenza verbale, contro gli insulti e la diffamazione in rete, coinvolge tutti noi cittadini. E, prima di tutti, noi sindaci che siamo spesso bersagli diretti degli haters perché rappresentanti delle istituzioni più prossime alle persone. Per questo ho sostenuto con convinzione il manifesto per la comunicazione non ostile, sollecitando, da presidente dell’Anci, anche i miei colleghi a fare lo stesso. Alla violenza delle parole, opponiamo la forza delle idee e soprattutto del confronto: spesso il modo migliore per smontare la posizione di chi pregiudizialmente o per ragioni di insoddisfazione e disagio, aggredisce, è ascoltarlo e ribattere”. Lo ha detto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, rilanciando il Manifesto della comunicazione non ostile contro l'uso di linguaggi violenti sul web.
"L'adesione politica spetta al governo, ma la Commissione ha lavorato perche' il trattato fosse reso compatibile con uno strumento senza condizionalita'". Lo dice il commissario europeo, Paolo Gentiloni, riferendosi al Mes. "Se il gioco vale la candela spetta al governo deciderlo - ha detto Gentiloni intervenendo in commissione Politiche comunitarie della Camera - ma noi abbiamo lavorato affinche' i prestiti messi in campo dalla Ue fossero senza condizionalita' e utilizzabili dai paesi che hanno bisogno di credito a condizioni favorevoli, questo vale per Sure e vale per le linee di credito per le spese sanitarie del Mes". "Capisco che su questo ci sia lo stigma della condizionalita' - ha aggiunto - ma abbiamo lavorato perche' le condizioni fossero fatte per tutti i 27 insieme, prima della cura e non dopo".