Dal Pd nessuna rosa di nomi
“Il Pd non ha avanzato alcuna rosa di nomi per la composizione del Governo. Come ho detto ieri, ci rimettiamo al rispetto dell’articolo 92 della Costituzione che conferisce al Presidente della Repubblica e al Presidente incaricato questo compito. Un’ipotesi sulla quale c’è l’unanimità della direzione nel corso della quale abbiamo suggerito dei criteri per la squadra: qualità, pluralismo politico, differenza di genere”. Così il segretario del Pd Nicola Zingaretti a margine di una visita al Policlinico di Tor Vergata a Roma.



"Noi con coraggio stiamo cercando di fare delle cose che cambino nel tempo e radicalmente il profilo ambientale della città, non siamo ciarlatani e non promettiamo soluzioni per il prossimo anno ma ci muoviamo con intensità". Lo ha spiegato il sindaco di Milano, Beppe Sala, parlando dell'impegno sul tema ambientale della sua giunta, durante la conferenza stampa online di presentazione della riqualificazione dell'ex area industriale della Goccia alla Bovisa.
Due partiti che non sono mai stati al Governo insieme, che non condividono politiche, valori e orizzonti culturali. Ma su questo sfondo di irriducibile diversità si staglia la politica, arte del compromesso («La pace si fa tra nemici»). E così anche Pd e Lega hanno i loro «pontieri», esponenti che negli anni hanno colmato il vuoto della distanza con battaglie comuni e legami personali. E anche ora che sta per nascere il Governo Draghi, pur nell’alterità, non mancano punti di convergenza. C’è il partito del Nord, come viene definito un po’ sbrigativamente quello schieramento trasversale che si appoggia su una base formata dall’imprenditoria che vuole riaprire i cantieri. Franco Mirabelli, dem milanese, la dice così al