Sosteniamo Libera contro le mafie
Delle tante notizie di questo ultimo scorcio d'estate quella delle minacce di morte rivolte a don Luigi Ciotti mi ha veramente colpito. Il fatto che sia stato il carcerato Totò Riina a farle, con tutta l'esplicita violenza del linguaggio, mi fa riflettere sul fatto che un detenuto simile dovrebbe scontare la sua pena in totale isolamento. Mi hanno colpito la giusta reazione del mondo della politica (in primis il presidente del Senato Piero Grasso), ma soprattutto la reazione di don Ciotti al quale rivolgo la mia solidarietà e stima personale. Il sacerdote piemontese, presidente e instancabile animatore dell'associazione antimafie "Libera", si batte da oltre vent'anni affinché la cultura mafiosa non attecchisca nel tessuto sociale. Ciotti non si arrende di fronte alle piccole e grandi illegalità che spesso si infiltrano e deturpano gravemente il nostro Paese. Grazie a lui i beni confiscati alle mafie stanno diventando in tante parti d'Italia, con fatica e non senza problemi, delle cooperative e delle onlus per dare lavoro e speranza ai giovani.



Sulla fecondazione eterologa è apprezzabile lo sforzo delle Regioni ma sono fondamentali linee guida nazionali da parte del Ministero perché questo è un compito che può assolvere immediatamente dal momento che la sentenza della Corte costituzionale dice che non c'è vuoto legislativo e, per ottemperare alla stessa sentenza, occorre garantire uniformità di prestazioni e di sicurezza su tutto il territorio nazionale. Le Regioni hanno dimostrato coraggio e lungimiranza. Ora tocca al Ministero della salute fare altrettanto con la definizione di linee guida nazionali, poiché la sentenza della Corte costituzionale afferma che non c'è vuoto legislativo e che occorre garantire uniformità di prestazioni e di sicurezza su tutto il territorio nazionale. E' un'urgenza che risponde alle coppie sterili e al loro diritto alla genitorialità, come affermato dalla sentenza. Il Parlamento, come sempre, è pronto a fare la sua parte per norme moderne, fiduciose nella scienza e legate ai protocolli internazionali in materia.
 L'assessore regionale alla Sanità Mantovani mi ha comunicato che il Governo ha sbloccato per le strutture dell'Azienda Ospedaliera Salvini (Ospedale di Rho compreso) la cifra complessiva di 42 milioni e 693mila euro. Si tratta di un Decreto Dirigenziale del 29 agosto che è stato velocemente firmato a Roma dopo che il 4 agosto la Regione Lombardia aveva approvato la richiesta di finanziamento dell'Azienda, anche su sollecitazione mia e dei colleghi consiglieri regionali Cecchetti e Tizzoni, come si ricorderà.