Italia e Francia in cammino insieme
Buone notizie dal voto delle presidenziali francesi. L'elezione del moderato-progressista Emmanuel Macron alla guida della Francia, con un programma fortemente europeista, pone un argine fondamentale all'estrema destra populista della Le Pen e rimette in moto il processo di crescita dell'Europa. Dopo la Brexit, e il continuo avanzare dei movimenti populisti, arriva dai cugini d'oltralpe un segnale positivo e rigenerante.
Si tratta però di non cadere nell'errore di leggere "En Marche" come un movimento di centrosinistra.
Macron, l’Europa e la Francia
La vittoria di Emmanuel Macron alle elezioni presidenziali francesi segna effettivamente una rottura nel modello politico della V Repubblica francese, così come si era strutturata a partire dalle innovazioni costituzionali ispirate da Charles De Gaulle. In effetti, l’articolazione del “campo repubblicano” (quello che una volta in Italia si sarebbe detto “arco costituzionale”) prevedeva una sorta di “quadriglia bipolare”, con una destra rappresentata dal partito gollista (che ha cambiato più volte nome per approdare a quello odierno di Repubblicani) e dalla galassia centrista delle forze liberali e democratico cristiane, ed una sinistra imperniata su di un rapporto non sempre facile fra il Partito socialista ed il Partito comunista con i rispettivi satelliti.
Si scopre Macron dopo aver inseguito Lega-M5S
Intervista a Giorgio Napolitano del Corriere della Sera.
Presidente Napolitano: dopo il voto in Austria e Olanda, che ha visto la bocciatura dei populisti, la vittoria di Macron in Francia imprime una svolta definitiva all’anno elettorale europeo. Infatti si scopre che le paure predicate dai movimenti populisti possono essere sconfitte senza minare con ambigui scetticismi il sogno europeista. Anzi, rilanciandolo.
Presidente Napolitano: dopo il voto in Austria e Olanda, che ha visto la bocciatura dei populisti, la vittoria di Macron in Francia imprime una svolta definitiva all’anno elettorale europeo. Infatti si scopre che le paure predicate dai movimenti populisti possono essere sconfitte senza minare con ambigui scetticismi il sogno europeista. Anzi, rilanciandolo.
«Sì, la vittoria di Macron significa che le mistificazioni e i catastrofismi predicati dai movimenti populisti possono essere sconfitti senza far loro concessioni con posizioni ambigue nei confronti di una coerente e combattiva scelta europeista.
La lezione francese
Finita la notte e il lunedì di festa Parigi sta tornando alla normalità. Comunque, ripeto, il risultato di Marine Le Pen fa pensare. Anche se ne esce pesantemente sconfitta dal secondo turno, raccoglie 10 milioni di voti che rappresenta un recupero importante, se lo commisuriamo ai 7,6 milioni di voti che lei ha raccolto al primo turno.
Beninteso è poca cosa se lo confrontiamo con il recupero di Macron, che moltiplica i suoi voti del primo turno per due volte e mezzo. Naturalmente, molto gli ha giovato lo spauracchio della Le Pen, la sua radice socialista, l’inconsistenza di Holland, e non ultimo il fatto che Macron si è presentato con la proposta politica nuova di “En Marche”.