Una paralisi che fa male all'Italia
In questi giorni pare davvero che la realtà superi la fantasia. Penso che sarebbe stato difficile anche solo immaginare una situazione come quella che stiamo vivendo in queste ore: dopo quasi tre mesi dalle elezioni un Paese completamente bloccato. Un Governo che si sarebbe dovuto fare “in 2-3 giorni” e che invece, passando da contratti e consultazioni ai gazebo, veri o virtuali, rischia di non nascere nemmeno.
Una figura incaricata di formare il Governo priva di qualsiasi esperienza istituzionale e sottoposta ai diktat dei capi-partito. Lo spread salito di oltre 100 punti in 30 giorni, con quel che ne deriva in termini di instabilità e inaffidabilità internazionale e che, come purtroppo abbiamo avuto già modo di toccare con mano in passato, si ripercuoterà negativamente sulla situazione economica di cittadini e imprese.
Una figura incaricata di formare il Governo priva di qualsiasi esperienza istituzionale e sottoposta ai diktat dei capi-partito. Lo spread salito di oltre 100 punti in 30 giorni, con quel che ne deriva in termini di instabilità e inaffidabilità internazionale e che, come purtroppo abbiamo avuto già modo di toccare con mano in passato, si ripercuoterà negativamente sulla situazione economica di cittadini e imprese.
Da un governo all’altro
In realtà ci sarebbe veramente poco da dire: basterebbe semplicemente citare le parole ferme, pur se sconsolate, del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella la sera di domenica 27 maggio, quando, fallito il tentativo del prof. Giuseppe Conte, ha spiegato per quale motivo il Governo fra Lega e Cinquestelle non sarebbe nato. Il Capo dello Stato ha ricapitolato tutti i punti salienti della trattativa che ha fatto seguito alle elezioni del 4 marzo, evidenziando come egli avesse voluto assecondare, al solo fine di permettere la nascita di un Governo.
Numeri e Privati
Questo post parte un po’ come conseguenza dell’articolo di Sabino Cassese, ovviamente senza la pretesa di averne la profondità di visione.
Ma provo anche a cambiare punto di vista della questione, aggiungendone un pezzo tutto mio.
Sicuramente questo bullismo politico nei confronti del Presidente della Repubblica fa male, soprattutto a chi crede nella sacralità delle istituzioni democratiche come il sottoscritto, ma d’altronde non possiamo aspettarci nulla di diverso. E non lo dico tanto per la caratura dei personaggi (e non che li reputi all’altezza di governare un paese), quanto per il messaggio politico distorto che in questi anni ha drogato l’opinione pubblica.
Il Presidente della Repubblica»
Se si fa la guerra a un sindaco PD si è lontani da quella comunità
Intervista - Il Mattino Caserta (file PDF).
Senatore Franco Mirabelli, la consigliera Raffaella Zagaria ha contestato il provvedimento di espulsione, sia sotto l’aspetto formale che sostanziale, può spiegare che cosa è accaduto?
Senatore Franco Mirabelli, la consigliera Raffaella Zagaria ha contestato il provvedimento di espulsione, sia sotto l’aspetto formale che sostanziale, può spiegare che cosa è accaduto?
«Non voglio fare polemiche con nessuno, ma il principio è semplice: se si sceglie di candidarsi contro il partito, oppure di non sostenere un sindaco Pd in Consiglio Comunale, si sceglie di stare fuori dal partito e mi limito solo a fare il notaio. Si tratta di scelte politiche che vengono assunte non in linea con il Pd e quindi si decide di collocarsi fuori dal partito mi sembrano cose di buon senso. Credo invece che debba far riflettere il fatto che molte questioni rilevanti passano sotto silenzio, poi l’esclusione di persone dal partito per i casi che ho appena citato fanno notizia e suscitano un clamore spropositato».