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Tenere alta l'attenzione sulle mafie

Written by Franco Mirabelli.

Franco MirabelliIntervento svolto all'open day del dipartimento legalità del PD Milano (video).

Nel nostro ragionamento in materia di sicurezza e di lotta alla mafia occorre capire che questi temi non vanno visti in contrasto con le problematiche dell’ordinaria amministrazione.
Dobbiamo essere in grado, quindi, non di contrapporre l’impegno per le piccole cose amministrative e l’impegno per la sicurezza e la legalità ma, al contrario, dobbiamo cercare di tenerli insieme.
Purtroppo, infatti, come avviene in molti quartieri popolari, quando si rompe qualcosa (come un vetro, un citofono, un portone) e non viene riparato si lascia passare l’idea che lì le istituzioni non ci sono più, che quello è uno spazio di nessuno e quando c’è uno spazio di nessuno la criminalità organizzata arriva a occuparlo.
Nel corso della scorsa legislatura, ad esempio, abbiamo fatto venire la Commissione Parlamentare Antimafia più volte a Milano e abbiamo più volte cercato di verificare se dietro al racket delle occupazioni ci fosse la ‘ndrangheta.
Queste problematiche, quindi, vanno tenute insieme nel ragionamento; non vanno contrapposte.
Nella scorsa legislatura abbiamo fatto leggi importanti per il contrasto alle mafie e abbiamo ottenuto risultati importanti ma non li abbiamo valorizzati sufficientemente.
A valorizzare tutto il lavoro fatto sono state maggiormente le associazioni che si occupano di lotta alle mafie. Tra le tante leggi approvate in materia di legalità ci sono la revisione del codice antimafia, la modifica dell’articolo 416 ter del Codice Penale con cui si punisce il voto di scambio comprendendo il voto in cambio di favori, la legge per punire gli eco-reati, la legge contro la corruzione, la reintroduzione del reato di falso in bilancio, perché corruzione e mafie spesso procedono parallelamente.
Abbiamo anche portato avanti e formalizzato delle buone pratiche per il contrasto alle mafie messe in atto da alcune amministrazioni, soprattutto anche grazie al ruolo svolto da Avviso Pubblico e agli strumenti che si cominciano a mettere in campo per tutelare le amministrazioni dalle infiltrazioni mafiose.
Expo, ad esempio, è stata una straordinaria occasione per costruire un meccanismo per prevenire le infiltrazioni criminali negli appalti che ha funzionato e ha consentito di interdire dai lavori molte aziende sospettate di legami con la criminalità e quello stesso modello viene ora applicato anche per altre grandi opere.
Altri risultati sono poi derivati da una straordinaria capacità della nostra magistratura e delle nostre forze dell’ordine. La Direzione Nazionale Antimafia ha in sé una grande capacità di investigazione e di conoscenza del fenomeno mafioso e non è un caso se oggi deve occuparsi anche di contrasto al terrorismo.
Platì e San Luca, in Calabria, erano due luoghi che sembravano inaccessibili allo Stato, invece lo scorso anno, le forze dell’ordine sono andate lì ad arrestare i boss a casa loro.
Personalmente, sono rimasto colpito dal fatto che durante uno di questi blitz, quando lo Stato è andato ad arrestare un boss a San Luca, ha fatto notizia la persona che si è fermata a baciare la mano del boss ma la vera notizia era che lo Stato era entrato a San Luca.
Lo Stato, quindi, è forte.
Nei territori del Nord, invece, occorre cominciare a dirsi la verità: la criminalità organizzata e la ‘ndrangheta sono insediate qui e dobbiamo fare i conti con questo.
Al Nord c’è la ricchezza e ci sono i mondi produttivi e la ‘ndrangheta vuole entrare nell’economia legale e prendersene dei pezzi e poi si insedia nei territori perché ambisce anche al consenso sociale.
La ‘ndrangheta, ad esempio, entra nel settore della sanità non solo perché lì ci sono i soldi ma anche perché avere un ruolo in quel settore vuol dire acquisire credibilità sociale.
La ‘ndrangheta, inoltre, è un soggetto pericoloso anche se non spara più e non si vede e dobbiamo spiegarlo perché occorre alzare il livello dell’attenzione e dei controlli in ogni luogo.
La ‘ndrangheta, infatti, non dà fastidio proprio perché è silenziosa e questo è un problema.
Con questo nuovo Governo che si sta formando, credo questo problema aumenterà perché i cittadini notano una pericolosità sociale nel reato predatorio, nello scippo, nello spaccio e si crea, quindi, più reazione rispetto a questi fenomeni, anche dove i reati non ci sono: ad esempio infastidisce la presenza degli immigrati - che vengono indicati come “invasione” - anche se non fanno nulla di male.
Tutto ciò che si vede e crea reazioni suscita preoccupazione, paura, spavento mentre di fronte alla ‘ndrangheta, che spesso non si vede, non c’è reazione.
Non è casuale, dunque, la scelta della ‘ndrangheta di mettere da parte gli arsenali di armi e non sparare o di esercitare la violenza il meno possibile per non creare allarme sociale.
Questo non significa, però, che la ‘ndrangheta non esista, anzi, proprio mentre non si fa notare immette enormi quantità di denaro di provenienza illegale dentro l’economia legale e questo significa alimentare la loro economia e allo stesso tempo inquinare la nostra economia e anche la nostra democrazia.
Il problema, quindi, è che al Nord non c’è la reazione sociale che ha contribuito ad alzare il livello dell’attenzione, a creare le barriere e a dare colpi importanti alla mafia al Sud.
Per questo motivo le forze politiche, gli amministratori e le associazioni degli amministratori che su questo tema sono avvertite devono lavorare molto.
Credo, inoltre, che nei prossimi mesi, di fronte alle difficoltà del nuovo Governo a realizzare le tante cose che sono state promesse, si alzerà molto il livello di attenzione e di intervento sui temi securitari e dell’immigrazione mentre sul tema della lotta alle mafie si rischierà di smobilitare.
Il contratto di Governo, ad esempio, parla in maniera generica di mafia e senza avanzare alcuna proposta e, inoltre, dal punto di vista politico-populista la lotta alla mafia paga meno perché, se non c’è allarme sociale e il tema non è sentito dai cittadini, occuparsene non porta consenso e, dunque, per delle forze politiche populiste ha meno valore.
Il PD dovrà quindi lavorare molto su questi temi.
E dovremo lavorare molto anche per continuare ad affermare le buone pratiche imparate con l’esperienza, spiegare che i beni confiscati sono una risorsa che stiamo utilizzando bene a Milano e che vanno utilizzati ancora meglio, e soprattutto continuare a dire la verità, cioè che la ‘ndrangheta c’è, si è insediata e cerca di entrare ovunque si possono fare soldi (imprese, studi di commercialisti per le fatture false compro-oro, gioco d’azzardo): nel corso di questi anni, infatti, le inchieste hanno mostrato infiltrazioni della ‘ndrangheta in settori impensabili perché lì c’erano i soldi.
Dobbiamo, dunque, essere consapevoli che questa è la realtà, avere fiducia nella magistratura e nelle forze dell’ordine ma continuare a tenere alta l’attenzione su questi temi.

Per seguire l'attività del senatore Franco Mirabelli: sito web - pagina facebook

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