Riformare la giustizia e selezionare la classe politica

Dopo lo scandalo in Lombardia ho sentito un milanese dire: “Basta guardarli in faccia certi politici. E se succede qui, figurarsi dalle altre parti”. L’appello a Lombroso e la supponenza non portano lontano. Più utile la riflessione di un giornalista: “Servono una Giustizia veloce e una diversa selezione di chi dirige il Paese”. Nonostante la corruzione, noi qui abbiamo la testa per andare oltre, purché se ne parli senza spocchia. Serve un vasto confronto che sfoci in un evento aperto, organizzato da chi deve (Fontana, Sala, i Sindaci lombardi). Ripeto: serve a poco il lamento d’occasione; serve un dialogo (che è anche una lotta) di sistema, aperto al mondo, coinvolgente e mirato.
Il disinteresse dell'amministrazione romana e l'intervento dell'elemosiniere del Papa

Intervento in tv a 7Gold.
Sono stato relatore della legge sull’emergenza abitativa con cui è stata introdotta la norma per cui, di fronte a nuove occupazioni abusive, è considerato illegale che i gestori concedano contratti per le forniture di energia elettrica e gas e penso che questa regola sia giusta.
Nel caso del palazzo romano occupato da 450 persone, di cui 100 bambini, in cui l’elemosiniere del Papa ha riattaccato la corrente, però, si tratta di uno stabile che risulta occupato da molti anni, perché la politica evidentemente non è riuscita a dare un’alternativa, come spesso succede a Roma.
Ancora uno scandalo a Palazzo

Primo fra questi, il presidente regionale. Purtroppo, è un chiaro segno che chi governa da molti anni la nostra regione non ha chiuso i conti con un uso sbagliato del potere.
Naturalmente, lasciamo che la magistratura lavori e arrivi a giudizio e attendiamo i risultati, da garantisti quali siamo. Ma è evidente che siamo in presenza di una sorta di sistema molto radicato che ha trovato appiglio in diversi gangli dell’amministrazione lombarda.
Sos affitti a Milano

Effetto della crisi che svuota le tasche, ma soprattutto di affitti schizzati alle stelle. Un inquilino su tre a Milano sceglie di condividere lo stesso appartamento con altre persone per ridurre il peso dei canoni di locazione cresciuti nel 2018 del 10,2%, più del triplo rispetto alla media nazionale (+3,1%).
È quanto emerge dal Rapporto sulle locazioni 2018 della rete immobiliare Solo Affitti elaborato con il supporto scientifico di Nomisma. La condivisione, quindi, esce dal “recinto” degli studenti universitari e delle comunità straniere e diventa una soluzione anche per giovani precari, professionisti over 30, famiglie che non riescono a sostenere prezzi alle stelle. A Milano meno della metà degli inquilini (44%) sono famiglie, un valore decisamente più basso della media nazionale (63.4%).