Le divisioni nel centrosinistra pesano sull’esito dei ballottaggi

Dal risultato elettorale dei ballottaggi emerge con chiarezza un dato che non può e non deve essere nascosto: il centrosinistra ha subito una sconfitta parziale ma significativa. Il centrosinistra, non Renzi o il PD soltanto. Si sono persi quasi tutti i capoluoghi di provincia e soprattutto le città simbolo che storicamente appartenevano alla sinistra - Genova, Pistoia, Sesto San Giovanni - e si è perso in molti dei Comuni dove il centrosinistra governava.
C’è da dire che nel 2012 c’era stata una tornata di elezioni amministrative con risultati straordinari per il centrosinistra: si era vinto quasi ovunque, anche in realtà storicamente di destra come Monza, Legnano, Magenta, Como.
Fare il PD

Cosa serve per vincere
Si sono configurate una coalizione-alleanza ufficiale ed un sentimento contro il PD.
In questo scenario, però, il più grande partito in Italia, quello dell’astensione, risulta il grande vincitore di questo turno elettorale.
Il centrodestra riesce a ricompattarsi, facendo un cartello elettorale, nonostante le grandi contraddizioni che lo attraversano. Dai populismi ai sovranismi in contrasto con quel pizzico di moderatismo-europeismo di Forza Italia.
Voto amministrativo senza impatto sul Governo

Intervista pubblicata dal Messaggero.
Una sconfitta di tutto il centrosinistra, Pd in testa. Che accade ora?
«Ci sono sconfitte che bruciano, come quelle dell’Aquila e Genova, vittorie importanti come Taranto, Lecce e Padova. E’ comunque un voto amministrativo parziale con un’alta percentuale di astenuti. Al primo turno il M5S è rimasto fuori e il centrosinistra ha avuto un leggero calo. Il centrodestra invece si riprende, ma a trazione leghista. Non trarrei valutazioni politiche complessive se non una».