Rialzare la testa adesso è un dovere

Il sacrificio di Falcone e la difesa della democrazia dalla minaccia mafiosa

La strage di Capaci e quella in cui perse la vita Paolo Borsellino hanno segnato il punto più alto dell’attacco della mafia allo Stato, alla nostra democrazia e alla nostra convivenza. Ma proprio quando Cosa Nostra sembrava più forte tutto il Paese ha reagito. Uno straordinario movimento di popolo e le istituzioni, insieme, hanno battuto quel disegno eversivo e sconfitto Cosa Nostra. E fu proprio Falcone con le sue intuizioni e il suo lavoro, grazie alla costruzione della Direzione nazionale antimafia e alla comprensione della necessità di “seguire i soldi”, di indagare cioè sui movimenti finanziari e di partire da lì per colpire le mafie, ad indicare la strada.
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Siate fieri dell'esempio di Falcone e Borsellino

«A ventotto anni dalla strage di Capaci invio un saluto caloroso a tutti i giovani delle scuole coinvolti nel progetto “La nave della legalità”, che ricorda Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. E, con loro, Francesca Morvillo e gli agenti Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Rocco Dicillo, Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi, Antonio Montinaro, Vito Schifani e Claudio Traina.
I due attentati di quel 1992 segnarono il punto più alto della sfida della mafia nei confronti dello Stato e colpirono magistrati di grande prestigio e professionalità che, con coraggio e con determinazione, le avevano inferto durissimi colpi, svelandone organizzazione, legami, attività illecite.