Libertà non è fare ammalare gli altri

"Sarebbe bene ogni tanto rileggere i prospetti quotidiani, che davano nei mesi scorsi notizia dei dati dell’epidemia, dei nuovi contagi, delle vittime, dei ricoverati in terapia intensiva. Io - ha sottolineato Mattarella - li conservo a partire dai primi giorni di marzo. Li ho riletti nei giorni scorsi. Non possiamo - e non dobbiamo - dimenticare quel che è avvenuto, le settimane in cui morivano, quotidianamente, centinaia di nostri concittadini. In cui medici e infermieri, presenti negli ospedali, con abnegazione profondevano sforzi immani correndo rischi personali molto alti per curare i malati. In cui nei cimiteri non si trovava spazio per i tanti feretri. Appena quattro mesi fa - il 31 marzo - sono morti in quel solo giorno oltre ottocento nostri concittadini".
Non esiste un interesse pubblico che possa giustificare la vicenda Open Arms

la senatrice Anna Rossomando, nel suo intervento, ha già spiegato ampiamente le ragioni di merito per cui voteremo contro la relazione della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari e ha già spiegato che il nostro compito, oggi, non è decidere se condannare o meno Matteo Salvini per sequestro di persona plurimo o per il rifiuto di atti di ufficio. Quello è un compito che spetta ai giudici.
Noi dobbiamo decidere se, nella vicenda della Open Arms, il Ministro dell'interno di allora ha compiuto atti giustificati dal preminente interesse pubblico o no.
Questa straordinaria stagione europea

Prima di lasciarci per una breve vacanza, mi fa piacere condividere con voi qualche osservazione su questa straordinaria (nel male e nel bene) stagione europea.Nel male, perché l’Europa è stata scossa da una fortissima pandemia che ha mietuto vittime umane e ha “piegato” l’economia del Continente. Nel bene, perché di fronte a questa crisi, la più forte e terribile, forse, dalla nascita dell’Europa stessa, si è reagito prima con alcuni provvedimenti di emergenza, poi con risposte ASSOLUTAMENTE INEDITE, infrangendo alcuni tabù (come l’idea di un debito comune) e affermando uno spirito di solidarietà tra gli Stati membri, frutto sia di scelte ideali che di realistica valutazione che la “sorte di un Paese ha effetti su tutti”. Ci lega dunque un “destino comune” dove non ci si salva da soli, ma ci si salva INSIEME.
2 agosto 1980: strage alla stazione di Bologna

Della nostra vita ricordiamo gli attimi e non i giorni.
Il 2 agosto del 1980, io bambino di 11 anni, mi stavo recando in vacanza con i miei genitori, quando apprendemmo dalla radio dello “scoppio” di Bologna che aveva provocato tante vittime.
Le strazianti ed apocalittiche immagini per un bambino di 11 anni viste in Tv nelle ore successive, mi lasciarono attonito ed incredulo, perché quello che era successo e per Me, nonostante avessi visto ai telegiornali degli anni prima, le tante vittime innocenti, uccise dal terrorismo, era impossibile da comprendere.