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Faremo una campagna casa per casa

Scritto da Enrico Letta.

Enrico Letta "La scelta alle elezioni del 25 settembre è chiara: o noi o Meloni". Per il segretario del Partito democratico, Enrico Letta, la sfida in vista delle urne è a due. "È l'Italia di chi vuole stare in Europa contro quella di chi vuole i nazionalismi", dice in un'intervista a La Repubblica. "Se vince Meloni mi aspetto Pillon ministro della Famiglia e passi indietro su tutto, un'Italia che fa scappare i giovani". Quella che farà il Pd questa estate "sarà una campagna casa per casa, strada per strada", annuncia Letta citando le ultime parole di Enrico Berlinguer. Le feste dell'Unità saranno una chiama per i volontari. "Ne metteremo insieme 100 mila", spiega il segretario, "Ad agosto saremo in tutte le città semideserte, nelle periferie, per parlare con chi in vacanza non è potuto andare".
Il nuovo progetto politico si chiama "Italia 27, la data di fine legislatura", rivela il dem. Si tratta di "una lista aperta ed espansiva: Democratici e progressisti", "nel solco condiviso dalle forze che hanno dato la fiducia al governo Draghi". Ma l'agenda Draghi sarà solo un punto di partenza, precisa Letta, e non il programma di coalizione. "Nel governo di unità nazionale - spiega il segretario dem - c'era anche la Lega e dunque nel programma non c'erano misure che noi avremmo voluto, come per esempio lo ius scholae. Noi vogliamo andare molto più avanti, sul lavoro, sulla giustizia sociale, sulla lotta alle disuguaglianze e sui diritti".
Per quanto riguarda le alleanze, Letta dichiara di non voler tracciare confini, e spiega di voler dialogare con Calenda, Renzi, Di Maio e Speranza. E anche con i ministri usciti da Forza Italia che "meritano apprezzamento", aggiunge: "Lo dico anche a coloro che a casa mia storcono il naso". Niente spazio invece per i Cinquestelle. In quel caso "il percorso comune si è interrotto il 20 luglio e non può riprendere, è stato un punto di non ritorno", afferma il leader dem: "avevo avvertito Conte che non votare la prima fiducia sarebbe stato lo sparo di Sarajevo".
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