Le Sardine, Bella Ciao e l'antisovranismo

"“Bella Ciao” è diventata il simbolo e l’inno di quella parte di Paese che si è ritrovata in piazza in questi mesi: - ha proseguito Mirabelli (video) negli ultimi mesi con le Sardine ma non è diverso dalle altre manifestazioni come ad esempio quelle antirazziste di Milano, che non sono manifestazioni di pericolosi comunisti ma dove c’è una rete di mondi, anche cattolici, che sul piano dei valori non si ritrova con Salvini o con le idee che la destra e il sovranismo portano avanti. Ci sta che la canzone, che non è il simbolo del Partito Comunista, ma della Resistenza, su cui è fondata la nostra Repubblica diventi l’inno che si canta alla manifestazione quando i sindaci incontrano Liliana Segre a Milano; ci sta che dalla piazza delle Sardine quella canzone venga riconosciuta come l’inno che unisce quel mondo. Ridurre “Bella Ciao” alla canzone degli ex comunisti è sbagliato. Oggi “Bella Ciao” è l’inno in cui si riconosce tutto un pezzo di Paese che reagisce e a cui si aggrappa anche una parte importante del mondo cattolico, dei giovani e di chi ricorda la Resistenza in modo più stringente e che li ha costruito la propria politica. Nel PD ci sono tanti ex democristiani e oggi, dentro a questa dimensione, anche per loro “Bella Ciao” diventa un inno che unisce".
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