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Giornata Mondiale dell’Alzheimer

Scritto da Carlo Borghetti.

Articolo di Carlo Borghetti.

L’85% degli oltre 55 milioni di persone che nel mondo vivono con la demenza potrebbero non ricevere le cure adeguate dopo aver ricevuto la diagnosi: lo sostiene il Rapporto Mondiale Alzheimer 2022 “La vita dopo la diagnosi: trattamento, cura e supporto” diffuso oggi, Giornata Mondiale Alzheimer, dalla Federazione Alzheimer Italia rappresentante per il nostro Paese di ADI - Alzheimer’s Disease International.
In Italia si stima che ci siano un milione e mezzo di persone con demenza, un numero destinato ad aumentare del 56% entro il 2050, quando saranno oltre 2,3 milioni. «La diagnosi di demenza è, per chi la riceve e la sua famiglia, un momento drammatico, ma è fondamentale dire che la vita non finisce con quella diagnosi e non è la malattia a definire la persona anzi, è proprio da quel momento che deve necessariamente iniziare un percorso di cura e inclusione», sottolinea Gabriella Porro, presidente di Federazione Alzheimer Italia.
È cruciale potenziare e rendere accessibili tutti i servizi essenziali di trattamento, cura e supporto in grado di migliorare la qualità della vita delle persone con demenza, compresi trattamenti farmacologici e non farmacologici, caregiving, supporto per le attività della vita quotidiana, assistenza domiciliare e tutte le attività di inclusione sociale.
Una delle richieste delle associazioni è che l’assistenza post-diagnosi sia riconosciuta come un diritto umano, esortando i Governi di tutto il mondo a incorporarla. La Federazione Alzheimer Italia sottolinea la necessità di avviare una serie di interventi urgenti e concreti, a partire dallo sviluppo di Piani regionali sulle demenze. Un altro intervento necessario è l’attivazione e il sostegno forte di PDTA (Percorsi Diagnostici Terapeutici Assistenziali) con indicazioni chiare e uniformi, che integrino gli aspetti socio-sanitari e assistenziali con l’obiettivo di creare una rete di supporto efficiente (dal farmacista al terapista occupazionale, dal neurologo all'associazione di volontariato sul territorio al medico di medicina generale e alle “Comunità Amiche”).
Inoltre, la Federazione Alzheimer Italia auspica lo sviluppo di interventi di telemedicina che garantiscano alla persona con demenza continuità assistenziale; la stabilizzazione e l'implementazione da parte di tutte le Regioni dei flussi informativi centralizzati (dalle Regioni verso il Ministero della Salute) sui dati epidemiologici e sugli accessi ai servizi per permettere una programmazione migliore degli interventi; il potenziamento degli strumenti di diagnosi precoce. Anche su questo obiettivi mi sto impegnando in Regione Lombardia. Si può, anzi, si deve fare di più.

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