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Sospesa l’Imu anche per le case popolari

Scritto da Franco Mirabelli.

Franco MirabelliIntervista per il mensile Zona Nove di giugno.
L’Imu è stata un’invenzione del Governo Berlusconi che l’ha proposta e approvata ma che poi è stata resa esecutiva dal suo successore, Monti. E subito ci si è resi conto di un errore madornale. Gli abitanti delle case popolari o delle cooperative a proprietà indivisa, pur non essendo proprietari di nessuna abitazione, si vedevano addebitare dalla proprietà (l’Aler o le cooperative) l’equivalente dell’Imu, con alcune assurde aggravanti: le detrazioni che spettavano al proprietari di prime case non venivano loro riconosciute
e inoltre, visto che sulla bolletta la tassa veniva loro ribaltata sotto la voce “spese”, su questa si doveva pure pagare l’Iva, la tassa sulla tassa. Il Fisco infatti considerava questi appartamenti come seconde case, da tassare con severità. In verità alla fine un correttivo s’era pur trovato, facendo sì che lo Stato rinunciasse alla sua parte di aliquota e lasciando in piedi solo quella riservata ai comuni,ma lasciando inalterati sia lo status di seconda casa che l’assenza di detrazioni. E ora il Governo Letta si apprestava a “congelare” l’Imu sulla prima casa, ma così facendo la beffa per gli abitanti delle case popolari Aler o delle cooperative a proprietà indivisa diventava ancora più atroce, visto che la loro era considerata una seconda casa e quindi esclusa dal provvedimento. Con in più il pericolo di vedersi aumentare la tassa, perché i Comuni, per compensare la scomparsa del gettito dell’Imu sulla prima casa, si proponevano di aumentare le aliquote sulle seconde case. Il senatore Franco Mirabelli del Partito Democratico, appena eletto, conosce bene il problema, essendo socio di Abitare ed essendosi occupato per anni di case popolari come consigliere regionale della Lombardia. A lui chiediamo delucidazioni.
Riguardo all’Imu, qual’è la situazione?
Intanto devo dire che il governo bene ha fatto a provare ad aumentare il potere d’acquisto delle famiglie italiane con questa sospensione dell’Imu, che per quanto modeste siano le cifre in ballo, impegna comunque due o trecento euro all’anno a famiglia. Che di questi tempi per molti sono una cifra consistente. La sospensione è giusta e ancora più giusta è l’intenzione di costruire da qui al 31 agosto una legge che ridefinisca tutta la tassazione sulla casa, facendo in modo che i ceti più deboli possano pagare meno o addirittura nulla. Questa ridefinizione deve comprendere anche la Tares, la nuova tassa sui rifiuti e sui servizi comunali che ha sostituito la vecchia Tarsu e che è molto onerosa per le famiglie. La riforma della Tares è stata rinviata a dicembre, ma già nel decreto si stabilisce che il nuovo sistema di tassazione dovrà essere più equo perché dovrà guardare anche ai redditi e non solo alle proprietà.
Un provvedimento che però mette in crisi le casse comunali…
Il decreto stabilisce che i comuni potranno compensare il mancato introito dell’Imu sulla prima casa ricorrendo ai fondi dalla Cassa Depositi e Prestiti. Sapendo anche che la nuova tassa prevista per agosto al posto dell’Imu andrà interamente ai comuni e agli enti locali.
Ma si parla di una “sospensione” e non di una “cancellazione”...
Si parla di “sospensione” perché il decreto prevede che questa tassa debba essere sostituita entro il 31/12 da una revisione complessiva del sistema impositivo che accorpi in una sola voce le tasse sulla casa, sui servizi locali e sui rifiuti. Introducendo però criteri di equità legati al reddito. Per cui io prevedo che quasi l’85% delle famiglie che oggi pagano l’Imu sulla prima casa non la pagheranno più, se l’ipotesi di una franchigia di 500 euro verrà confermata. E comunque già nel decreto del governo che ha sospeso l’Imu sono state introdotte misure di equità: le case di lusso e le ville, anche se prime case, non sono comprese nel provvedimento e dovranno pagare la loro Imu. Poi al contrario invece la sospensione si estende anche ai terreni agricoli, che in questo momento climatico particolarmente avverso sono in gravi difficoltà, mentre nel tentativo di non penalizzare troppo le produzioni industriali si è stabilito di consentire le detrazioni per i capannoni e per i beni strumentali orientati alla produzione.
Qual è la novità per le case popolari e delle cooperative a proprietà indivisa?
Quando l’intenzione del governo di redigere un provvedimento sull’Imu della prima casa è diventata ufficiale, ci siamo subito attivati per fare in modo che le case delle cooperative e le case popolari fossero considerate alla stregua di “prime case”. Io ha presentato una interrogazione al Senato sottolineando come gli abitanti di questi immobili fossero residenti a titolo definitivo, alla stregua di quelli delle case di proprietà e che quindi, non applicando per loro le stesse misure riservate alle prime case, si sarebbe verificata una situazione di disuguaglianza e iniquità. Inoltre per l’edilizia pubblica si sarebbero sottratte risorse altrimenti destinate alla manutenzione degli stabili, che sono già in condizioni precarie e che non possono tollerare ulteriori abbassamenti del livello di manutenzione senza cadere nel degrado. Il Governo, nelle persone del sottosegretario allo sviluppo economico Baretta e del ministro Franceschini ha dato ascolto a queste nostre istanze e abbiamo ottenuto questo importante risultato. Le case popolari e quelle di cooperativa sono considerate alla stregua delle prime case. Un principio che esisteva ai tempi dell’Ici, ma che il governo Monti aveva invece negato con l’introduzione dell’Imu.
Anche in futuro questi appartamenti saranno sottoposti alla tassazione delle prime case?
Questo dev’essere il nostro impegno per le prossime settimane. Ottenuta l’equiparazione delle case di edilizia sociale con le prime case ai fini della sospensione dell’Imu, adesso è necessario che nel decreto che definirà la nuova tassa sulla casa si sani definitivamente quell’equivoco che ha generato tutto il problema. Bisogna cioè far rientrare le abitazioni delle cooperative a proprietà indivisa e quelle dell’edilizia residenziale pubblica nel trattamento delle abitazioni principali e delle prime case, con tutto ciò che questo comporterà in termini di facilitazioni, abbassamento delle aliquote e detrazioni. Quindi vi potete immaginare la soddisfazione di uno come me, socio di cooperativa e abitante di un quartiere ricchissimo di case popolari, nell’aver dato un contributo alla soluzione di questo problema.
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