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L'associazionismo cattolico

Scritto da Lorenzo Gaiani.

Articolo di Lorenzo Gaiani.

Scorrendo le liste dello schieramento di centrosinistra, si nota ancora di più, rispetto alle scorse tornate elettorali, l'assenza di rappresentanti dell'associazionismo, cattolico e laico, che pure tanto ha significato e significa per il nostro Paese.
Una delle poche eccezioni è quella di Roberto Rossini, che è stato Presidente nazionale delle ACLI dal 2016 al 2021, e che si è candidato nel collegio uninominale della Camera nella sua Brescia.
Una grande dimostrazione di disinteresse e di spirito di servizio vista la, per così dire, problematicità di quel collegio, che fa soltanto onore a chi ha accettato questa sfida.
Credo che per questo si debba soltanto ringraziare Roberto e fargli un sincero "in bocca al lupo" per questa campagna elettorale tanto breve quanto intensa. Resta aperto il problema della difficoltà, anche da parte delle forze democratiche e progressiste (le uniche, in realtà, per cui è possibile votare oggi per garantire la continuità del progetto riformatore brutalmente interrotto dalle elezioni anticipate), di concepire un tipo di rapporto con i soggetti del Terzo Settore che non sia puramente esornativo e strumentale.
Questo problema non si risolve certo trasportando pezzi di gruppo dirigente di queste organizzazioni nelle liste elettorali, ma neppure può essere ridotto a qualche riconoscimento verbale che non impegna a nulla, cui fa riscontro una pratica di governo che, ad esempio, fra il 2020 ed il 2021 ha visto una sistematica penalizzazione delle realtà territoriali dell'associazionismo nella gestione della pandemia rispetto ad altri tipi di esercizi puramente commerciali.
Non è una questione da poco, soprattutto per chi si pone l'obiettivo non solo di vincere le elezioni, ma di governare in modo da ricomporre le fratture del corpo sociale.
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