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Ucraina, l'Europa è messa alla prova

Scritto da Piero Fassino.

Articolo di Piero Fassino pubblicato da La Nuova Sardegna.

Dalla missione Draghi-Macron-Scholz a Kiev sono venuti messaggi che segnano un salto di qualità nell’impegno europeo per la difesa dell’Ucraina. La missione ha ulteriormente consolidato il pieno sostegno europeo alla strenua difesa con cui gli ucraini stanno contrastando l’offensiva russa, diventata nelle ultime settimane ancor più aggressiva.
Non c’è in quella scelta alcuna forma di bellicismo, ma la duplice consapevolezza che gli ucraini stanno combattendo per la loro - e la nostra - libertà e che soltanto impedendo alle truppe di Mosca di sfondare si potrà giungere a un cessate il fuoco e all’avvio di un negoziato.
Di fronte alle devastazioni delle martoriata città di Irpin, i Presidenti hanno compreso che soltanto l’inclusione di Kiev nella famiglia europea può offrire garanzia di sicurezza all’Ucraina, tanto più in una prospettiva di sua neutralità. D’altra parte negli ottant’anni che ci separano dalla seconda guerra mondiale le uniche guerre conosciute dall’Europa sono esplose in territori - i #Balcani, il Caucaso, l’#Ucraina - esterni all’Unione Europea.
Soltanto integrandole nell’Unione europea quelle regioni saranno liberate dalla instabilità, dall’insicurezza e dal rischio di nuovi conflitti, le cui conseguenze peraltro ricadrebbero sull’intero continente. Il riconoscimento dello status di candidato a Kiev è una manifestazione non di sola solidarietà, ma della consapevolezza di garantire la stabilità e la sicurezza dell’Unione allargandone i confini e completandone la sua unificazione politica. Il che comporta che al conferimento dello status di candidato a Ucraina e Moldova si accompagni l’accelerazione del percorso di allargamento dell’UE ai Balcani occidentali, peraltro in attesa da più di vent’anni.
Insomma, la missione a Kiev dei leader dei tre principali Paesi dell’Unione rimette l’Europa al centro della crisi e le conferisce la responsabilità di guidare la difficile ricerca di una pace che tuteli l’Ucraina e consenta al continente di ritrovare pace, sicurezza e stabilità. Un compito che richiede un salto di qualità nella coesione dell’Unione, chiamata a riforme ormai indispensabili e a revisione dei Trattati, ma soprattutto ad immaginare e costruire un'Europa in cui ogni nazione, grande o piccola, possa sentirsi libera e sicura, parte di una comunità fondata sul diritto, sulla giustizia e sulla solidarietà.
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