Stampa

L’industria delle armi non vuole la pace

Scritto da Don Luigi Ciotti.

"Questa è la vittoria delle industrie delle armi, sono i più grandi vincitori. Loro non vogliono la pace, vivono delle guerre. E noi stiamo tradendo la nostra Costituzione". Lo dice, in un'intervista a La Stampa, Don Luigi Ciotti, fondatore e presidente di Libera, religioso, pacifista, da una vita accanto agli ultimi della terra, in merito alla decisione dell'Italia di spedire l'artiglieria in Ucraina. Don Ciotti, anche lei equidistante? "Non si può essere neutrali, la Russia è l'oppressore e gli ucraini sono un popolo oppresso. Possiamo dare una mano e aiutare i partigiani, gli uomini e le donne che lottano come abbiamo lottato noi per la nostra libertà". Sul come aiutarli senza dar loro le armi Don Ciotti sottolinea: "Mi piacerebbe che l'Europa e le Nazioni Unite tentassero altre strade, insistendo con una mediazione. Dov'è questa Europa? Sono passati due mesi e Putin ha già distrutto città intere".
"Il nostro impegno però deve spingere sulla soluzione diplomatica, dobbiamo trovare dei modi, ma mancano interlocutori forti e autorevoli che invece sarebbero fondamentali", sottolinea . "Il Papa? È la figura che vive la dimensione spirituale, vive l'intransigenza etica ma anche una dimensione politica a servizio del bene comune. E lui alza la sua voce per stimolare le coscienze. Perché se c'è un conflitto che io auguro a tutti è il conflitto delle nostre coscienze, dobbiamo renderle inquiete, mentre spesso sono assopite", risponde Don Ciotti.
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