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La questione energetica

Scritto da Franco Mirabelli.

Intervento di Franco Mirabelli a 7Gold.

L’accordo di ENI con l’Egitto per il gas, in un momento come questo, in cui l’Egitto ci impedisce in maniera evidente di avere giustizia sull’omicidio di Regeni - perché sono stati individuati i responsabili che di fatto vengono protetti dal Governo egiziano e messi nelle condizioni di non essere arrestati - credo che non sia opportuno. Alternative ci sono.
Se pensassimo di commerciare solo con democrazie liberali probabilmente sbaglieremmo perché purtroppo il mondo non è così ma, visto che ora si tratta di fare nuovi contratti, penso che sia giusto dare un segnale forte.
Il gas serve a gestire una transizione energetica verso le energie pulite e rinnovabili.
Oggi possiamo ragionare su alternative reali al gas russo che non sono soltanto quelle legate alle forniture di altri Paesi, che possono arrivare con gasdotti ma anche acquistando degassificatori e, quindi, la possibilità di avere gas che ci viene fornito via mare.
Penso, però, che contemporaneamente dobbiamo aumentare lo sforzo per implementare gli impianti di energie rinnovabili pulite come il fotovoltaico e l’eolico ma anche il geotermico e le pompe di calore, che tanti edifici stanno collocando grazie al superbonus del 110%.
Penso poi all’idroelettrico, in quanto siamo un Paese ricco di acqua e anche su questo si può fare di più.
C’è poi un tema che riguarda la ricerca su tutti questi versanti.
La scorciatoia del nucleare è sbagliata e pericolosa e su cui il nostro Paese si è già espresso più volte; inoltre non esiste il nucleare sicuro di quarta generazione: stiamo sempre parlando di centrali che verrebbero pronte tra vent’anni e, quindi, risolverebbero nemmeno il nostro problema che è nell’immediato, inoltre producono scorie, che restano un problema drammatico per quanto riguarda lo smaltimento, che è una questione tutt’ora irrisolta.
Ci sono molti altri versanti su cui orientare la ricerca.
Quando ci sarà il nucleare sicuro, riprenderemo questo capitolo.

Sulla vicenda del blocco delle ricerche del gas nell’Adriatico non è responsabilità di questo Governo. C’è stato anche un referendum su questo tema.
Questo Governo, giustamente, sta lavorando perché tutte le piattaforme che ci sono in Adriatico lavorino per produrre il massimo possibile di gas metano.
Possiamo anche lavorare nel Mediterraneo e lavorare per la TAP con più velocità, l’impianto che trasforma il gas che arriva con le navi e viene immesso nelle tubature per il riscaldamento.
Tutto ciò è necessario e si sta facendo ma non è sufficiente.
Siamo un Paese che produce un po’ di petrolio e un po’ più di gas, si può produrre un po’ più di gas ma non è comunque sufficiente a garantire la nostra autonomia energetica.

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