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Milano sottoscrive l'appello di Barcellona

Scritto da Arianna Censi.

Articolo di Arianna Censi.

Durante la mia visita a Barcellona negli scorsi giorni ho appreso della decisione della Corte di Giustizia catalana che annulla l’ordinanza della Sindaca Ada Colau in merito all’istituzione di una “zona a basse emissioni”.
Questa decisione va contro le direttive dell’Unione Europea in merito alle politiche obbligatorie da attuare per la protezione della salute dei cittadini, e quindi ho deciso di firmare questa lettera aperta insieme ai diversi Assessori alla mobilità delle più grandi città europee.
Nel XXI secolo e in una situazione di emergenza climatica, la salute pubblica, l'aria pulita e il diritto di muoversi con una mobilità sostenibile dovrebbero essere al centro di ogni politica.
Garantire questi diritti è essenziale per promuovere l'equità durante la transizione ecologica.
Da Londra a Parigi, Bruxelles, Milano, Roma o Berlino, 300 città europee hanno creato “Low Emission Zones” perché è dimostrato che questa misura salva vite umane.
I paesi che non hanno seguito le direttive dell’Unione Europea su questi temi hanno ricevuto sanzioni multiple.
Questo è il nuovo senso comune condiviso da tutte le città europee e dalla comunità scientifica.
Di fronte alla risoluzione della Corte Superiore di Giustizia della Catalogna che annulla la “zona a basse emissioni” di Barcellona, le città devono restare unite e dimostrare che siamo ancora convinti che l'attuazione delle politiche necessarie e urgenti contro l'inquinamento sia la strada da seguire.
Questa risoluzione va contro le direttive dell'Unione Europea e dell'OMS, il consenso scientifico e, soprattutto, il buon senso internazionale che comprende l'importanza di proteggere la salute pubblica. Nel bel mezzo di un'emergenza climatica, i giudici non possono costringere i governi a tornare indietro.

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