Far cessare questa guerra ripugnante
Articolo di La Stampa.
«Non si arresta purtroppo la violenta aggressione contro l'Ucraina, un massacro insensato dove ogni giorno si ripetono scempi e atrocità. Non c'è giustificazione per questo. Supplico tutti gli attori della comunità internazionale perché si impegnino davvero nel far cessare questa guerra ripugnante». È il nuovo appello alla pace lanciato da Papa Francesco all'Angelus di oggi, applaudito dai fedeli.
In Ucraina «anche questa settimana missili e bombe si sono abbattuti su civili, anziani, bambini e madri incinte», ha ricordato il Pontefice.
Tutto questo «è disumano, anzi è anche sacrilego - ha quindi affermato - perché va contro la sacralità della vita umana. Soprattutto contro la vita umana indifesa, che va rispettata e protetta, non eliminata, e che viene prima di qualsiasi strategia. Non dimentichiamo - ha ribadito il Pontefice - è una crudeltà, disumana e sacrilega. Preghiamo in silenzio per quanti soffrono».
Prima della Preghiera mariana Bergoglio aveva detto che «quando la cronaca nera ci opprime e ci sentiamo impotenti dinanzi al male, spesso viene da chiedersi: si tratta forse di un castigo di Dio? È Lui a mandare una guerra o una pandemia per punirci dei nostri peccati? E perché il Signore non interviene? Dobbiamo stare attenti - ha però avvertito -: quando il male ci opprime rischiamo di perdere lucidità e, per trovare una risposta facile a quanto non riusciamo a spiegarci, finiamo per incolpare Dio. E tante volte la brutta e cattiva abitudine delle bestemmie viene da qui. Quante volte attribuiamo a Lui le nostre disgrazie e le sventure del mondo, a Lui che, invece, ci lascia sempre liberi e dunque non interviene mai imponendosi, solo proponendosi; a Lui che non usa mai violenza e, anzi, soffre per noi e con noi!», ha osservato il Pontefice, respingendo «l'idea di imputare a Dio i nostri mali. Da Dio non può mai venire il male perché Egli “non ci tratta secondo i nostri peccati”, ma secondo la sua misericordia. È lo stile di Dio, non può trattarci altrimenti, sempre ci tratta con misericordia», ha spiegato. Invece di incolpare Dio, «dice Gesù, bisogna guardarsi dentro - ha proseguito Francesco -: è il peccato che produce la morte; sono i nostri egoismi a lacerare le relazioni; sono le nostre scelte sbagliate e violente a scatenare il male». E la «vera soluzione» è «la conversione. È un invito pressante - ha sottolineato -, specialmente in questo tempo di Quaresima. Accogliamolo con cuore aperto. Convertiamoci dal male, rinunciamo a quel peccato che ci seduce, apriamoci alla logica del Vangelo: perché, dove regnano l'amore e la fraternità, il male non ha più potere!».
«Non si arresta purtroppo la violenta aggressione contro l'Ucraina, un massacro insensato dove ogni giorno si ripetono scempi e atrocità. Non c'è giustificazione per questo. Supplico tutti gli attori della comunità internazionale perché si impegnino davvero nel far cessare questa guerra ripugnante». È il nuovo appello alla pace lanciato da Papa Francesco all'Angelus di oggi, applaudito dai fedeli.
In Ucraina «anche questa settimana missili e bombe si sono abbattuti su civili, anziani, bambini e madri incinte», ha ricordato il Pontefice.
Tutto questo «è disumano, anzi è anche sacrilego - ha quindi affermato - perché va contro la sacralità della vita umana. Soprattutto contro la vita umana indifesa, che va rispettata e protetta, non eliminata, e che viene prima di qualsiasi strategia. Non dimentichiamo - ha ribadito il Pontefice - è una crudeltà, disumana e sacrilega. Preghiamo in silenzio per quanti soffrono».
Prima della Preghiera mariana Bergoglio aveva detto che «quando la cronaca nera ci opprime e ci sentiamo impotenti dinanzi al male, spesso viene da chiedersi: si tratta forse di un castigo di Dio? È Lui a mandare una guerra o una pandemia per punirci dei nostri peccati? E perché il Signore non interviene? Dobbiamo stare attenti - ha però avvertito -: quando il male ci opprime rischiamo di perdere lucidità e, per trovare una risposta facile a quanto non riusciamo a spiegarci, finiamo per incolpare Dio. E tante volte la brutta e cattiva abitudine delle bestemmie viene da qui. Quante volte attribuiamo a Lui le nostre disgrazie e le sventure del mondo, a Lui che, invece, ci lascia sempre liberi e dunque non interviene mai imponendosi, solo proponendosi; a Lui che non usa mai violenza e, anzi, soffre per noi e con noi!», ha osservato il Pontefice, respingendo «l'idea di imputare a Dio i nostri mali. Da Dio non può mai venire il male perché Egli “non ci tratta secondo i nostri peccati”, ma secondo la sua misericordia. È lo stile di Dio, non può trattarci altrimenti, sempre ci tratta con misericordia», ha spiegato. Invece di incolpare Dio, «dice Gesù, bisogna guardarsi dentro - ha proseguito Francesco -: è il peccato che produce la morte; sono i nostri egoismi a lacerare le relazioni; sono le nostre scelte sbagliate e violente a scatenare il male». E la «vera soluzione» è «la conversione. È un invito pressante - ha sottolineato -, specialmente in questo tempo di Quaresima. Accogliamolo con cuore aperto. Convertiamoci dal male, rinunciamo a quel peccato che ci seduce, apriamoci alla logica del Vangelo: perché, dove regnano l'amore e la fraternità, il male non ha più potere!».