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Una Giustizia più rapida, più giusta e più equa

Scritto da Franco Mirabelli.

Franco Mirabelli Intervista a Franco Mirabelli di Radio Immagina (audio - video).

Il Presidente del Consiglio è giustamente orgoglioso delle cose fatte e le ha rivendicate, in particolare rispetto al PNRR e al completamento delle riforme e degli adempimenti che l’Europa aveva chiesto, condizionando quegli adempimenti alla possibilità di avere accesso alle risorse. Allo stesso tempo, il Presidente è consapevole che abbiamo bisogno ancora di una fase lunga di stabilità al Governo, perché il lavoro non è finito. Ora, infatti, bisogna che quei soldi vengano spesi e vengano spesi nei tempi giusti e bene, così leggo la risposta sulle necessità che si completi la Legislatura; in più c’è il tema della trattativa in Europa per riformare il patto di stabilità.
Mi pare, inoltre, un Presidente giustamente e responsabilmente preoccupato per l’evoluzione della pandemia.

Credo che si farà tutto quello che si deve fare appoggiandosi ai dati scientifici e al parere del CTS, come si è sempre fatto.
Il primo punto su cui Draghi ha insistito all’inizio della Conferenza Stampa resta la possibilità di intraprendere qualunque iniziativa per aumentare le vaccinazioni o il numero dei vaccinati e le terze dosi.
Mi pare che questo ci stia consentendo di affrontare una recrudescenza importante della pandemia, per ora senza avere quelle difficoltà che il sistema sanitario ha avuto in passato, grazie appunto alle vaccinazioni. Questo, però, non è sufficiente: guardandoci in giro, anche in Europa, mi pare che ci sia bisogno di evitare quegli scenari.
Penso, quindi, che qualche restrizione sarà messa in campo per i non vaccinati e per chi non ha fatto ancora la terza dose, anche come incentivo a fare la terza dose.

Sulla Legge di Bilancio è finito il lavoro in Commissione, ora il Ministero sta sistemando le tabelle, raccogliendo i testi degli emendamenti approvati e o nella notte di giovedì o venerdì mattina approveremo la legge. Nel frattempo, al Senato, dobbiamo anche approvare il Decreto sul PNRR che la Camera dei Deputati ha già approvato.

Sulla Giustizia abbiamo fatto due passaggi importanti con la riforma del processo civile e penale e creando le condizioni per velocizzare i processi e le sentenze, tutelando i diritti di tutti.
Con il PNRR, abbiamo sfruttato la possibilità di rafforzare gli uffici del processo, assumendo 18mila persone per aiutare così i giudici a dedicarsi a fare le sentenze più rapidamente, sgravandoli di tutta una serie di impegni burocratici. Inoltre, il PNRR fa un investimento molto significativo anche sul digitale e credo che la digitalizzazione, come ha dimostrato anche la fase della pandemia, possa essere una grande opportunità per velocizzare i processi e tutti gli adempimenti giudiziari.
Adesso bisogna completare la riforma del CSM.

Sono 16.500 le assunzioni per l’ufficio del processo e 1.500 quelle per intervenire sull’informatizzazione degli uffici giudiziari e anche sull’architettura degli uffici giudiziari.
I primi concorsi sono già partiti.
Sicuramente questo non basta.
Mettere a terra queste riforme significa far partire le assunzioni ma anche i due meccanismi fondamentali che abbiamo messo in campo. Un meccanismo è sul processo civile e riguarda il puntare molto sul portare fuori dalle sedi processuali le soluzioni, quindi la negoziazione assistita e quei riti che consentono di risolvere in sede extragiudiziale le cause civili.
Sul processo penale abbiamo lavorato molto per estendere il patteggiamento e la messa alla prova e intervenire sulle pene, puntando a portare fuori dal carcere chi può essere portato fuori e, quindi, un ragionamento su arresti domiciliari, messa alla prova e una serie di cose che hanno bisogno di personale dedicato.
Se dovessi dire cosa manca in questa legge finanziaria, direi l’assunzione del personale per il trattamento esterno delle persone che devono espiare una pena o la giustizia riparativa. Ci sono, infatti, una serie di cose che vanno concretizzate anche nella prassi perché non basta assumere persone ma va cambiato il modo di pensare e di ragionare.

Rispetto alla riforma del CSM ci sono alcune questioni.
Una questione riguarda sicuramente la legge elettorale. Bisogna cercare una legge elettorale che eviti di creare due poli entrambi sbagliati. Bisogna poi evitare di cadere nell’idea bislacca del sorteggio, che qualcuno propone, che toglie rappresentatività all’organo, ma bisogna anche evitare un sistema troppo maggioritario che rischia di nuovo di favorire le correnti anziché ridurle.
Credo che si debba lavorare molto sul sistema che va temperato, se si va in senso maggioritario, come mi pare che si stia andando. Ma dall’altra parte c’è anche un tema che riguarda le candidature, cioè il come si formano le candidature, in quale rapporto con il territorio e i numeri dei collegi. Questo è il tema su cui dobbiamo confrontarci.
Un altro tema è quello delle porte girevoli.
Penso che escludere completamente la possibilità per un magistrato che è stato candidato ed eletto in Parlamento di rientrare nella magistratura sia difficile da sostenere, anche dal punto di vista costituzionale. È, infatti, un diritto costituzionale quello di poter rientrare nel posto di lavoro che si lascia entrando in Parlamento. È evidente, però, che un magistrato che vuole rientrare non può tornare né sul territorio né a fare quello che faceva prima e ci deve essere lungo periodo sabbatico - noi abbiamo proposto 5 anni - in cui esercita funzioni diverse nell’amministrazione.
C’è poi un’ulteriore questione che è molto importante: il controllo e il processo disciplinare all’interno del CSM.
Se guardiamo alla vicenda di Palamara, tutto spinge perché si crei un organo esterno al CSM che possa valutare le cause disciplinari con autonomia rispetto ad altre logiche interne al CSM.
Noi, con Andrea Orlando, abbiamo proposto di istituire, anche con una modifica costituzionale, un’Alta Corte che si occupi del disciplinare e di fare sentenze su questioni disciplinari che riguardano i magistrati. Penso che questo sia un elemento forte per rispondere all’idea che scredita il CSM e la magistratura secondo cui alla fine si mettono d’accordo su qualunque cosa e si proteggono vicendevolmente.

Credo che sia necessario lavorare per recuperare la fiducia dei cittadini nella magistratura e dobbiamo operare tutti in questa direzione.
Penso che ci siano stati scandali che hanno gettato un discredito molto serio. Credo che, però, la condizione per recuperare un rapporto corretto con la magistratura sia quello di disarmare una guerra in cui non ha ragione nessuna delle due parti, che contrappone una parte politica alla magistratura e addirittura costruisce teorie politiche o identità politiche in contrapposizione alla magistratura.
Per questo non condivido la scelta dei referendum, dal momento che stiamo facendo le riforme.
Stiamo facendo riforme importanti guardando alle cose da fare e alla concretezza delle soluzioni.
Se, invece, riportiamo il dibattito sulla magistratura nell’alveo ideologico di guelfi e ghibellini, come qualcuno avrebbe fatto in passato, allora c’è uno scontro tutto politico in atto, in cui ognuno cerca di screditare e delegittimare l’altro. È evidente, infatti, che c’è un pezzo di politica - e ultimamente anche di informazione - che cerca quotidianamente di delegittimare la magistratura, nonostante ci sia la stragrande maggioranza dei magistrati che fa il proprio lavoro con onore e senso dello Stato.
Ci sono magistrati che sbagliano, che hanno sbagliato.

In questi mesi, inoltre, abbiamo fatto altre riforme importanti, come ad esempio quella sulla presunzione di innocenza. Il dire che non esiste la presunzione di colpevolezza ma di innocenza e, quindi, la comunicazione della magistratura e delle forze dell’ordine rispetto all’inchiesta deve tener conto di questo e evitare gli errori che ci sono stati nel passato e hanno spesso portato a gogne mediatiche, sono cose importanti che si stanno facendo.
Dobbiamo trovare soluzioni concrete.
Se il problema è che qualcuno pensa che riformare la Giustizia sia una battaglia che passa dal discredito e dalla sconfitta della magistratura, sbaglia perché ci troveremmo solo con macerie e il discredito nei confronti di tutte le istituzioni crescerebbe.

Video dell’intervista» 
Audio dell'intervista» 



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