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Nel centenario del milite ignoto, la memoria sbiadita

Scritto da Alessandro Del Corno.

Alessandro Del CornoIntervento di Alessandro Del Corno.

Cento anni or sono con la imponente cerimonia che fu vera e propria liturgia civile, fu tumulato all’Altare della Patria a Roma, dopo un viaggio in treno tra ali di folla commosse il milite ignoto, cioè un soldato italiano morto durante la prima guerra mondiale e che non fu mai identificato.
In un momento drammatico della Storia del Paese, contrassegnato allora da una guerra civile strisciante tra le squadracce fasciste ed i movimenti politici e sindacali avversi, la cerimonia dell’Ignoto Militi, segnò un momento di grande partecipazione collettiva e popolare trasversale forse senza pari nella storia d’Italia.
In questi giorni, grazie al Ministero della difesa, si stanno ripercorrendo le tappe che portarono alla tumulazione definitiva a Roma del soldato senza nome e ciò va salutato in modo positivo per testimoniare le radici della nostra Storia.
Detto ciò, ho sempre ritenuto che la Giornata del 4 Novembre, certamente senza retorica guerriera, vada incastonata come merita e cioè con il suo ritorno a Festa Nazionale.
Quel soldato senza nome custodito all’Altare della Patria, seppur immolato come centinaia di migliaia di suoi commilitoni in una guerra devastante per l’Umanità intera, merita nel presente e nel futuro questo sacrosanto riconoscimento.
Se oggi siamo una Comunità nazionale che ha attraversato ed attraversa le salite impervie della Storia, lo dobbiamo al sacrificio financo disumano dei nostri nonni e questo, merita come è stato per molti anni, un riconoscimento tangibile e specifico.
Siamo un grande Paese ed abbiamo bisogno di una memoria viva, seppur anche nella sua tragicità e non di una memoria artificiale e sbiadita.
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