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La Legge Zan parla di diritti e libertà, non toglie qualcosa a nessuno

Scritto da Franco Mirabelli.

Franco Mirabelli Intervento di Franco Mirabelli in Senato sulla Legge Zan (video).

Colleghi, ho ascoltato con attenzione il dibattito svolto in quest'Aula, sentendo spesso parlare di cose che non c'entrano con il disegno di legge Zan.
Ora sento il collega Balboni dire che questa è una legge contro la famiglia.
Ho ascoltato senatori spiegarci che questa legge serve a regolare la transizione.
Non è vero.
Ho sentito persone spiegarci che questa legge serve a consentire ai maschi di andare a giocare nei campionati femminili. Non c'entra nulla.
Ho sentito tantissime cose dette a prescindere dal contenuto della legge.
Il provvedimento in esame ha un obiettivo: tutelare le persone che sono più esposte alle discriminazioni per la loro condizione e le loro scelte di vita.
Questa è la legge Zan.
Questa legge serve a non lasciare sole queste persone, riconoscendo loro un pieno diritto di cittadinanza.
È una legge che parla di diritti e libertà, non una legge che toglie qualcosa a qualcuno.
Questa è la legge Zan; questo è ciò di cui stiamo parlando; questo è il testo approvato alla Camera dei Deputati da una larga maggioranza.
Questa è la legge che abbiamo sottratto, insieme ad altri Gruppi politici, all'ostruzionismo.
Il senatore Ostellari dice che questa è una colpa, ma io rivendico il merito del Partito Democratico di aver forzato, qui in Aula, l'iter di un provvedimento che altrimenti sarebbe ancora in Commissione e su cui si starebbero ancora facendo audizioni o altri giochetti per bloccarlo.
La legge adesso è qui, c'è un testo scritto e bisogna discuterlo.
Rivendico il merito delle forze che hanno fatto questa scelta.
Non prendiamoci in giro.
Ci sono voluti tre mesi per calendarizzare il provvedimento, poi si è voluto associarlo ad altri disegni di legge e si è altresì messa in campo una potenza di 170 audizioni, tutte svolte e in presenza.
Non prendiamoci in giro.
Questa legge non la volevano tutti in questo Parlamento e non so se la vogliano ancora tutti.
Questo è il punto.
È certamente una legge imperfetta e allora lavoriamoci.
Avevamo detto - e l'ha ribadito il segretario nazionale del PD, Letta l'altro giorno - che siamo pronti.
Ora che la legge è in Aula siamo disponibili a modifiche, che per noi devono tenere fermi due punti.
Innanzitutto, se modifiche ci devono essere, esse non possono essere tali da togliere a qualcuno le tutele e i diritti che la legge oggi riconosce. Non possiamo discriminare tra le persone che questa legge si propone di tutelare.
Poi credo che non possiamo tornare indietro rispetto alla scelta di dare un'indicazione precisa: introdurre la discriminazione nei confronti di queste persone tra i reati d'odio, dire con chiarezza che lo Stato sta al fianco e tutela le persone più esposte e più deboli, che lo Stato è in campo per punire chi discrimina le persone per la loro condizione di debolezza e per le loro scelte.
Io credo che potremmo discutere e non penso che questa legge istituisca - come ha detto poco fa il senatore Balboni - un reato di opinione. Non penso che sia così.
Lo vogliamo chiarire meglio? Facciamolo.
Questa è una legge che colpisce chi concretamente compie delle discriminazioni nei confronti di queste persone.
Ora voglio dire con grande chiarezza, però, che noi discuteremo e, finita la discussione generale, voteremo su una proposta di non passaggio all'esame degli articoli.
Chi ha contrastato dall'inizio questa legge (non i dettagli, ma il merito di questa legge) oggi propone di non passare all'esame degli articoli.
Qualcuno si stupisce se il Partito Democratico, il MoVimento 5 Stelle e LeU, le forze che hanno sostenuto e che sostengono di più questa legge, oggi dicono che, prima di discutere sulle modifiche, ci deve essere chiarezza su questo punto. Non capisco quale sia lo stupore se abbiamo condizionato ieri la possibilità di proseguire la trattativa o la discussione di merito a questo passaggio.
Il non passaggio all'esame degli articoli vuol dire affossare la legge, vuol dire che da domani di questa legge non si discuterà più, che essa non ci sarà più.
Volere davvero questa legge e volere una trattativa oppure volerla affossare sono due cose che non possono stare insieme. Decidete.
Questa Aula deve decidere se vuole affossare la legge o la vuole migliorare e approvare.
Questo è il punto.
Tanti ci hanno spiegato in questi mesi di essere disponibili a mediazioni, a discussioni e a trattative. Benissimo, ma che credibilità ha chi mi propone contemporaneamente la trattativa e poi mi propone e vota il non passaggio all'esame degli articoli, cioè l'affossamento della legge? Che credibilità c'è?
Ripeto che siamo pronti a lavorare per modificare questa legge, ma dobbiamo passare questo scoglio.
Discutiamo di una legge che solo noi in Europa non abbiamo (nell'Europa dei diritti e delle libertà); discutiamo di allargare i diritti e le libertà in questo Paese e di tutelare le persone. O altrimenti discutiamo di cancellare questa legge.
Le due cose non stanno insieme.
E mi aspetto che sia chiaro, a tutti i liberali che ho sentito esprimersi, che il risultato del voto che ci verrà proposto tra poco è tra cancellare la legge o non cancellare una legge che comunque tutti a parole qui hanno ritenuto di raccontare come necessaria.
Spero che la maggioranza del Senato voglia proseguire nella discussione della legge e dica alle tante persone che questa legge vuole tutelare e che guardano a quest'Assemblea che noi ci siamo, che siamo al loro fianco.

Video dell’intervento»

Per seguire l'attività del senatore Franco Mirabelli: sito web - pagina facebook

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