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Seveso: lo stato dei lavori

Scritto da Franco Mirabelli.

Franco Mirabelli
Intervista al senatore Franco Mirabelli pubblicata dal mensile Zona Nove.

Abbiamo potuto visionare la documentazione aggiornata relativa al piano Seveso. Partiamo dal depuratore di Varedo. È stato "spento" da marzo. Quale benefici effetti ha sulla qualità delle acque del secondo fiume più inquinato d'Europa?
Nei giorni scorsi ho incontrato Erasmo De Angelis, il coordinatore della unità di intervento Italia Sicura a cui il Governo ha affidato il compito di realizzare rapidamente le opere di risanamento ambientale e di messa in sicurezza dei territori in cui è più urgente intervenire.
Tra queste priorità Governo e Parlamento hanno deciso che ci fosse il Seveso e la sua messa in sicurezza contro le esondazioni con la realizzazione del piano dell'Autorità di Bacino, che prevede una serie di vasche di laminazione e, contestualmente, la pulizia e il ripristino ambientale delle acque e delle rive del torrente.
I dati raccolti sono importanti e confermano che si sta lavorando per risolvere in tempi brevi un problema che affligge da decenni un territorio grande del Nord Milano e della nostra zona. In particolare ci sono tre conferme importanti. Innanzitutto è confermato che i soldi per completare il progetto ci sono tutti, sono già stati stanziati da Comune, Regione e Governo. In particolare, oltre ai soldi per realizzare gli interventi di messa in sicurezza, ci sono i 20 milioni di euro necessari per gli interventi finalizzati a depurazione e fognature, i 5 milioni di euro che saranno investiti per le opere di riqualificazione ambientale, di cui 530mila euro per il Parco Nord e il milione e 200mila euro per interventi ambientali e paesaggistici a Senago (25.000 metri quadri di rimboschimento, 10.000 di prato fiorito, 3.500 di fitodepurazione e 2.500 metri di percorsi pedonali attrezzati). Insomma, si sta realizzando ciò che in tanti avevamo chiesto, cioè che insieme alla costruzione delle vasche si intervenisse anche per pulire le acque e risanare l'ambiente. Oggi possiamo già dire che con l'assorbimento del depuratore di Varedo a quello di Pero - intervento che è stato ultimato a marzo - il 20 % degli scarichi civili (quelli di 115.000 abitanti rispetto ai 578.000 su cui si deve intervenire) viene finalmente pulito, riducendo l'inquinamento.
Nel documento del Seveso si parla poi di completamento dei lavori su diverse reti fognarie di Comuni che affacciano sull'asta del Seveso. Anche in questo caso parliamo di tempi, costi e benefici.
L'obbiettivo concreto e raggiungibile ora è quello di ultimare la realizzazione delle nuove fognature che mancano e allacciarle ai depuratori in tutte le altre realtà urbane che oggi non le hanno ultimate. È previsto che entro la fine di quest'anno tutti i Comuni del bacino del Seveso siano allacciati, col risultato di pulire il torrente da tutti gli scarichi civili che oggi inquinano le acque. Sarebbe un risultato straordinario non solo per i tempi di realizzazione ma, soprattutto, perché siamo in un contesto - quello lombardo - in cui 240 Comuni sono in infrazione perché manca la depurazione degli scarichi urbani e la Regione è la seconda in Italia, dopo la Sicilia, per la quantità di multe che dovrà pagare all'Unione Europea proprio per la mancata pulizia delle acque (dal primo gennaio 2016 scatteranno le sanzioni e la Lombardia, nella situazione in cui si trova oggi, pagherebbe 74 milioni di euro). I lavori, comunque, sono iniziati e i 10 milioni di euro necessari per il completamento della rete fognaria sono già disponibili.
E veniamo alla spinosa questione delle vasche di laminazione: sempre nella documentazione aggiornata si espone nei dettagli come saranno realizzate queste vasche e come si impedirà l'interferenza con la sottostante falda acquifera. Ci può spiegare cosa hanno "inventato" i tecnici?
Innanzitutto vorrei dire che, dal punto di vista della sicurezza idraulica, si sta proseguendo con l'opera di adeguamento del canale scolmatore di Nord-Ovest, la cui conclusione è prevista nel febbraio 2017 e sono state ultimate sia la progettazione che la valutazione di impatto ambientale della vasca di laminazione di Senago. Ma la cosa che sta più a cuore ai cittadini della Zona Nove è che si è finalmente realizzata ed ultimata l'opera di monitoraggio e di rimozione dei sedimenti nel tratto tombinato del Seveso, la cui capacità di assorbimento delle acque si era notevolmente ridotta per l'accumulo di materiali. Per quanto riguarda i rischi di inquinamento delle falde sottostanti le vasche di laminazione, va detto che la sicurezza della falda, il controllo e la efficiente e rapida rimozione dei residui dopo le esondazioni sono i tre obbiettivi che presiedono alla progettazione delle vasche. Per evitare l'interferenza tra le acque, le vasche saranno completamente impermeabilizzate sul fondo e sulle sponde con materiali adeguati per uno spessore di un metro tra impermeabilizzatori e coltivo. Quando, invece, sarà prevista la creazione di un laghetto alimentato dalla falda che poi verrà svuotato in emergenza per laminare le acque, sarà utilizzato un sistema monodirezionale per consentire la risalita della falda, impedendo così il passaggio delle acque dalla vasca verso la falda.
Non di poco conto la questione dei controlli della qualità delle acque e degli scarichi, sia civili sia industriali, prestando la massima attenzione agli sversamenti abusivi. Chi sono i soggetti preposti a questi controlli e come operano?
Questo è un punto decisivo e troppo trascurato. Come ho detto, si sta provvedendo a depurare tutti gli scarichi civili - e questo è di per sé un risultato molto importante - ma se, accanto a ciò, non si interviene sugli scarichi industriali, non riusciremo a risanare completamente il Seveso e a ripristinare l'area dal punto di vista ambientale. Qui c'è una responsabilità grande di Regione Lombardia. È evidente che chi è preposto a controllare ed intervenire, cioè ARPA, non lo fa come dovrebbe. Non c'è una mappatura degli scarichi, non ci sono le verifiche e le ispezioni che dovrebbero esserci. Credo che questo sia un fronte che va aperto perché si sta facendo molto ma la pulizia completa delle acque che renderebbe anche le vasche meno problematiche non ci sarà se non si interviene anche sugli scarichi industriali.
L'ultima domanda, non certo in ordine di importanza, riguarda proprio le vasche. Il progetto vasche ha molti detrattori che ne contestano sia l'efficacia sia il rischio ambientale correlato. Se con gli interventi di bonifica sopra citati la questione ambientale potrebbe essere superata, per quel che riguarda l'efficacia siamo al muro contro muro. Lei considera il progetto vasche risolutivo? È veramente necessaria quella che verrà costruita dentro il Parco Nord? I detrattori puntano molto sulla questione dell'invarianza idraulica e della separazione delle acque perché solo così le vasche sarebbero una soluzione temporanea e non definitiva, sempre che siano veramente efficaci.
Non sono un tecnico ma credo che si debbano dire con chiarezza alcune cose. Serve una soluzione in tempi brevi che riduca di molto il rischio di esondazione del Seveso: sono troppi i disagi che subiscono i cittadini di Niguarda e dell'Isola e sono troppi i danni materiali che la città subisce. C'è in campo un progetto studiato e ristudiato per anni, migliorato concretamente sulla base del principio che la pulizia del Seveso è una condizione essenziale per rendere accettabili e ridurre di molto l'impatto delle vasche. Questo progetto è stato fatto dall'Aipo, l'autorità di bacino del Po, che ha saputo in questi anni gestire il grande fiume impedendo - in condizioni spesso difficili - le alluvioni del passato. È stato fatto da chi ha dato prova di competenza ed efficacia. Da anni la ricerca di soluzioni alternative, che evidentemente, sono meno efficaci e convincenti ha bloccato ogni scelta. Ora, per rispetto di chi subisce i danni delle esondazioni, la politica si è presa la responsabilità di decidere e ora bisogna fare. L'alternativa è quella di continuare a dire che si potrebbe fare altro, con il risultato che mentre si parla, come è successo in questi anni, non si fa nulla e i problemi si aggravano. Ora stiamo facendo delle cose, con la convinzione che questo piano funzionerà e migliorerà negli anni anche l'ambiente attorno al torrente. L'idea dell'invarianza idraulica, della raccolta differenziata delle acque piovane, che portano con sé residui inquinanti, sono tutte idee positive e da perseguire, così come la fitodepurazione già prevista dal piano. Ma queste cose comportano anni per realizzarsi e mostrare dei benefici, significa cambiare le regole nei Comuni, abituare le persone a pratiche positive, intervenire sui condomini. Per quanto riguarda il Parco Nord dobbiamo vigilare sul fatto che la nuova vasca dia le garanzie di pulizia, che non ha dato quella realizzata nel velodromo e di inserirsi nel parco senza sfregiarlo, ma credo sia un contributo che si debba dare alla realizzazione di un progetto utile per tutti: per chi subisce le esondazioni e per chi vuole un Seveso finalmente pulito.

Per seguire l'attività del senatore Franco Mirabelli: sito web - pagina facebook

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