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Le riforme della giustizia

Scritto da Franco Mirabelli.

Franco Mirabelli Intervista di LiberoTv a Franco Mirabelli (video).

Non ci serve una discussione su magistrati buoni e magistrati cattivi: non risolve i problemi dei cittadini.
In questi gironi abbiamo fatto la riforma del processo civile, che consentirà, finalmente, di smaltire gli arretrati e di finire le cause in tempi brevi; e la riforma del processo penale, con cui sono state chiarite tutte le questioni che via via si erano poste.
Inoltre, abbiamo messo mano, finalmente, a investimenti che mancavano e che consentono di fare assunzioni, di riorganizzare gli uffici giudiziari e, soprattutto, di investire nella digitalizzazione.
Grazie al PNRR abbiamo messo in campo 23mila assunzioni; 16mila persone andranno a costituire gli uffici del processo e affiancheranno i magistrati per svolgere alcune mansioni, che oggi svolgono i magistrati stessi, lasciando così a loro solo il compito di occuparsi delle sentenze.
Con il PNRR abbiamo stanziato 160milioni per la digitalizzazione.
Credo, quindi, che si stiano finalmente costruendo le condizioni per far funzionare la giustizia, togliendo tutti gli alibi. Il problema è che bisogna ridurre il numero delle cause che vanno a processo sia nel penale che nel civile e, quindi, incentivare gli altri strumenti, come la mediazione, il patteggiamento, la negoziazione assistita, la giustizia riparativa.
Queste sono le strade che si sono intraprese. La Ministra Cartabia ha fatto un buon lavoro e al Senato abbiamo votato entrambe le riforme.

Una maggioranza larga, in cui ci sono tutte le forze che sostengono il Governo Draghi, ha votato un provvedimento che serve proprio per evitare le lungaggini. È un provvedimento che dice che sarà il Parlamento, ogni anno, a indicare con una legge i criteri con cui gli uffici giudiziari devono definire le priorità e mette in campo tutte le risorse per smaltire l’arretrato, fare i processi in tempi rapidi.
È evidente che c’è un problema di eccesso di ricorso ai processi, che intasa i tribunali, per questo abbiamo incentivato l’utilizzo delle misure alternative. Ci saranno agevolazioni fiscali per chi sceglierà la mediazione, l’arbitrato o la negoziazione assistita, invece che andare dal giudice. Abbiamo fatto, quindi, una riforma che dà risposte concrete ai problemi che ci sono da anni.
Sulla questione della responsabilità dei magistrati, è evidente che le vicende che sono emerse in questi ultimi mesi indicano che occorre metterci mano e riformare il CSM. Sicuramente lo faremo, è nei programmi del Governo il modificare tutte le norme e gli strumenti che disciplinano la magistratura e intervengono sulle carriere e sui comportamenti dei magistrati.
Noi abbiamo proposto di togliere al CSM la possibilità di giudicare i magistrati, con l’idea di creare una Corte che stia fuori dalla magistratura. Un’alta Corte, quindi, che serva proprio per esaminare i ricorsi sulle cause che coinvolgono direttamente i magistrati.

Con la vicenda Palamara, è emerso che c’è un problema molto serio riguardante il peso delle correnti all’interno della magistratura, sia nel condizionare le assegnazioni nei diversi uffici giudiziari, sia per proteggere i magistrati.
Non è previsto che i magistrati non siano responsabili di ciò che fanno ma il problema è chi li giudica.
Abbiamo, quindi, bisogno di capire come cambiare questa situazione e come riformare il CSM, che è l’organo di autogoverno della magistratura, facendo in modo che le correnti abbiano meno potere o nessun potere nella elezione del CSM. Questo è il lavoro che stiamo facendo.

Sono appassionato del tema della lite temeraria. Penso che ci sia un eccesso anche strumentale di cause tentate nei confronti dei giornalisti, in particolare verso i free-lance e giornalisti che non lavorano per grandi giornali o grandi tv e sono più deboli. È evidente, quindi, che c’è il tentativo di condizionare questi giornalisti quando fanno inchieste, ad esempio sulla mafia, presentando richieste di risarcimento enormi che poi vanno affrontate.
Chi avvia querele nei confronti dei giornalisti, sapendo che non ci sono le basi per presentarle, deve poi risarcire il giornalista se il giudice rileva questo e chi ha presentato quella querela deve essere penalizzato anche in maniera significativa dal punto di vista economico.
Non riusciamo, però, a far passare questa legge in Parlamento perché qualcuno si oppone, nonostante sia stata già approvata in Commissione.

Non sono d’accordo con i referendum proposti sulla giustizia: ci sono già delle proposte di legge del Governo su queste materie.
Penso che lo strumento referendario sulle questioni della giustizia sia uno strumento che non aiuti in alcun modo ad affrontare concretamente i problemi o a dare risposte ai cittadini ma serve semplicemente a protrarre all’infinito una polemica ideologica sulla giustizia che non porta a nulla.
Abbiamo dimostrato in questi giorni che le riforme si possono fare, che si può ragionare di giustizia guardando all’interesse dei cittadini, non mettendosi uno contro l’altro, non cercando di perseguitare i magistrati o di considerarli intoccabili. Credo che ci vogliano misure serie e le stiamo mettendo in campo mentre i referendum possono fare solo danni.

La Lega ammette che si tratta di un referendum contro i magistrati. Era quello che temevo ed è arrivata un’autorevole conferma dal Vicedirettore di Libero.
Penso che le riforme che abbiamo fatto siano utili, non perché ce lo chiede l’Europa ma perché le dovevamo fare.
In Italia ci sono tre milioni di processi civili arretrati e ci sono tempi di risposta troppo lunghi che allontanano gli investimenti stranieri e penalizzano la nostra economia: era, quindi, una priorità del Paese fare queste riforme.
L’Europa ci aiuta fornendoci i soldi con il PNRR per finanziare le assunzioni e la digitalizzazione. Non siamo, quindi, agli ordini dell’Europa ma è l’Europa che ci aiuta a risolvere un problema.

Video dell'intervista»

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